10 agosto 2025 - IX Domenica dopo Pentecoste

Omelie festive

Matteo 22,41-46


1. Domande artificiose

I giudei spesso pongono a Gesù domande artificiose per metterlo in difficoltà.
Stavolta è Gesù che pone una domanda.
La sua però è una domanda di ricerca della verità, come dovrebbero essere tutte le domande.
Il suo scopo è quello di chiarire quale sia l’identità del Messia. Si tratta di un punto capitale.
Chi sarà e come sarà l’inviato di Dio? Di chi è successore il Messia?
Le promesse fatte a Davide e alla sua discendenza includevano la successione al trono.
Tutto ciò secondo la profezia di Natan (2 Samuele 7,76). Così pensavano i farisei.
La domanda che Gesù pone è teorica e ha lo scopo di mettere in discussione
le certezze dei farisei, e correggere le loro idee.

2. Domande per arrivare alla verità

Davanti alla prima domanda di Gesù, i farisei rispondono Davide, secondo tradizione.
Ma Gesù va avanti e domanda ancora: se il Messia è discendente di Davide,
come mai Davide stesso nel salmo 110 lo chiama suo Signore?
Qui i farisei non sanno più che dire. La loro sicurezza si smarrisce. Si trovano in un vicolo cieco:
da una parte il messia sarebbe figlio di Davide,
dall’altra Davide stesso lo chiama suo Signore.
Ci si trova allora di fronte ad una realtà che non è solo umana, legata alla generazione,
ad un figlio che sarebbe stato proseguimento del padre Davide: re, guerriero, capo di Israele.
E' molto più grande di Davide, elevato ad una grandezza inimmaginabile da Dio stesso.
In tal caso, coloro che sono stati interrogati restano sconcertati e non vogliono o non tentano di parlare.

3. Domande per noi oggi

La conclusione a cui Gesù vuole condurre i farisei è che il Messia non sarà re di Israele,
perché il suo regno sarà molto superiore e più vasto di quello di Davide, essendo il regno di Dio.
Di questo regno divino Israele sarà vassallo. Quindi i farisei non devono aspettarsi dal Messia
la restaurazione di Israele come monarchia guerriera.
Il testo ci spinge a interrogarci su ciò che noi ci aspettiamo da Gesù nella nostra vita.
Che cosa chiediamo a Gesù nei nostri dialoghi con lui?
Cerchiamo nella preghiera e nella lettura del vangelo di conoscerne sempre meglio l’identità?
Desideriamo avere i suoi pensieri ei suoi sentimenti o ci interessano altre cose?
L'interrogativo è inderogabile: "Chi è Gesù per me? Qual è il mio rapporto con lui?
Quali sono le mie attese, quale la mia vocazione di credente nel mondo?"
A questi interrogativi segue, in corrispondenza, anche una immagine di Chiesa
a cui faccio riferimento, visto che Gesù ne è il centro.
Quale Chiesa cerco?
Una comunità vittoriosa, capace di potenza e di forza, inattaccabile?
Oppure mi sforzo di costituire una comunità accogliente, capace di misericordia
e cosciente dei propri limiti, libera e in ricerca?
Chiesa padrona o Chiesa serva?
A seconda di come si risolvono questi interrogativi sul volto della Chiesa,
il volto di Gesù offre messaggi e offre salvezza.
Ma Papa Francesco alcuni suggerimenti li sta declinando con forza e con coerenza di vita:
misericordia. servizio, perdono, accoglienza.
La maturità cristiana si ha quando si desiderano le stesse cose che desidera Dio. 
 

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