Giovanni 19,30-35
1. Due testamenti
La parola chiave che lega le tre letture è Alleanza, patto, giuramento, che Dio fa con l’uomo.
La seconda lettura (Lettera agli Ebrei 8,6-13a) parla di una prima Alleanza
e di una nuova Alleanza. Forse da qui deriva la divisione delle Sacre Scritture
in Antico Testamento (ebraico, Prima Alleanza) e Nuovo Testamento (ebraico, Nuova Alleanza).
Qual è la differenza?
La prima, nel suo nucleo incandescente, è scritta su tavole di pietra,
poi ampliata in cinque rotoli: la Torà o Pentateuco (i primi cinque libri della Bibbia).
L’usanza di scrivere i codici legislativi sulla pietra era nota nel Medio Oriente,
indicava la solidità della legge, la sua indistruttibilità.
La seconda è stipulata con il sangue di Cristo, con caratteri indelebili,
nell’inchiostro dell’amore divino per l’uomo (Giovanni 19,30-35).
Immergiamoci ora nelle letture.
2. La nostra alleanza
La prima (Esodo 24,3-18) è la conclusione dell’Alleanza tra Dio e il popolo al Sinai.
Il sangue, simbolo di vita è versato sull’altare eretto su 12 pietre, come 12 sono le tribù di Israele,
ma anche il popolo è asperso con il sangue dei giovenchi,
questo indica “familiarità”, consanguineità tra Dio e il popolo.
Stesso significato ha il mangiare e bere insieme, alla stessa mensa con Dio.
Qui sono prefigurati i simboli cristiani
del Battesimo quando siamo diventati figli di Dio in Cristo, famiglia di Dio,
e dell’Eucarestia, convocazione nella quale l’altare si fa tavola per cibarci di Cristo.
L’aggettivo “nuova” applicato al termine Alleanza
fa esplicito riferimento ad un intervento diretto di Dio,
che non scriverà più la sua Parola sulla pietra, ma nel cuore degli uomini,
infondendo loro uno spirito nuovo, il suo stesso Spirito.
Questo perché il nostro cuore è malato di sclerosi, si è indurito.
I tanti accadimenti della vita hanno prodotto questo.
In questi giorni assistiamo a tanti eventi che ci inquietano:
la siccità, la guerra con le sue conseguenze: rialzo dei prezzi delle materie prime
e carenza di elementi essenziali per la produzione industriale,
rialzo dei tassi bancari, nonché l’esposizione dei paesi più fragili
al collasso economico e sociale.
Va aggiunto l’inadeguatezza di una classe politica (non giudico i singoli)
incapace di puntare al bene comune e all’unità nazionale in tempi calamitosi come questi.
Sono tutte macerie che seppelliscono i buoni sentimenti, l’altruismo
e ci rendono meno disponibili verso gli altri.
Come ripete spesso Papa Francesco: non lasciamoci rubare la speranza!
Dobbiamo lavorare affinché la nuova ed eterna Alleanza,
che celebriamo ogni domenica nell’Eucarestia,
diventi impegno morale a sostegno di chi ha perso la fiducia,
ritessendo con pazienza legami di familiarità, socialità, amicizia civica e solidarietà.
Noi eredi del messaggio evangelico, pur realisti,
non cediamo al pessimismo e al disimpegno sociale ed ecclesiale.
Aiutiamoci l’un l’altro a disseppellire dalle macerie di tanti tragici eventi
la nostra umanità, la parte buona che ancora ci abita.