Liturgia Viva
«Dobbiamo volgere lo sguardo al Figlio di Dio, Gesù, che versando il suo sangue per tutti, abbattendo così i muri e dando origine al popolo nuovo, si è rivelato la nostra pace. E, dunque, la Chiesa dalle genti è frutto suo e, anche se imperfetta, è profezia della nuova Gerusalemme.
Per noi essere operatori di pace significa essere sulla strada del Figlio di Dio. Una strada che ha alcuni punti caratteristici a partire dalla chiamata alla conversione, per avere un cuore nuovo e dare speranza all’umanità. La conversione è la prima parola di Gesù e degli operatori di pace.
Poi la pratica della ragionevolezza. La guerra è un’idiozia e una follia: quindi, operare la pace significa restituire all’umanità buone ragioni per avere fiducia in se stessa, andando oltre le forme di litigio che, a ogni livello (nelle famiglie come tra Stati), sono un’irragionevolezza e frutto dell’emotività».