15 giugno 2025 - SS. Trinità

Omelie festive

Giovanni 14,21-26


1. Dio è famiglia

Il termine appare nel II secolo, ma ci vorrà ancora tempo per attribuire a Dio,
quanto di lui affermiamo nel Credo (325-381).
Ciò che è certo, citiamo ad esempio il cap. 28 di Matteo, è che Gesù manda i suoi
a battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
L’ebreo Gesù, pur senza rompere il monoteismo
(le tre persone sono della stessa sostanza),
ci narra un Dio che è famiglia, relazione d’amore, unione generativa:
dal Dio uno e trino, nascono gli universi, i mondi,
con tutte le creature in essi contenute.

2. Lo Spirito ri-corda il Vangelo

La prima lettura (Gen. 18, 1-10a) ci dà una prima immagine di Dio:
egli è una promessa di futuro per l’umanità.
Abramo e Sara, anziani e sterili avranno un figlio.
La seconda lettura (1 Cor 12, 2-6) richiama l’unicità e l’unità di Dio,
il quale opera nel Figlio e mediante lo Spirito,
donando a ciascuno di noi un compito particolare
per il bene comune della chiesa e della società (carismi).
Il Vangelo secondo Giovanni ci ricorda che il modo vero
per venerare il Signore è l’osservanza della sua Parola.
Solo in questo modo Dio inabita in noi.
Quali sono dunque le resistenze che opponiamo alla libera corsa della Parola in noi?
Quali i tempi, i luoghi, le persone
che ci aiutano a cogliere i sussurri dello Spirito,
che vuole ri-cordarci, riportare al nostro cuore la verità del Vangelo?

3. Una storia d'amore infinita

Da ultimo dobbiamo ricordare un’altra pagina del Genesi, quella dove si dice
che l’uomo sia creato a immagine e come somiglianza di Dio.
Essere immagine del Dio trino ed unico
significa che, come lui, noi siamo fatti per la familiarità,
la fraternità e la sonorità con le altre persone;
le nostre relazioni debbono dunque essere
generative di bene, di pace, di giustizia, di legalità.
L’immagine divina resta sempre presente in noi,
la somiglianza invece indica il campo della nostra libertà, delle nostre scelte.
Quando scegliamo il male
neghiamo la nostra intima identità (immagine di Dio)
e perdiamo la somiglianza di Colui che ci ha creati.
Per questo nel mondo, nel nostro mondo, nei nostri contesti v’è divisione e violenza.
Annunciare che Dio è Trinità,
significa lasciarci sedurre non dalla mondanità,
bensì dal soffio dello Spirito che ci parla di una storia d’amore che non ha fine,
di cui noi siamo parte, nonostante la fatica del vivere.
Anche per noi, come per Abramo e Sara Dio ha promesso un futuro. 
 

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