La fede delle donne di Pasqua
È ancora buio e le donne vanno al sepolcro di Gesù con gli aromi, per prendersi cura del suo corpo.
Sono coloro che l’avevano seguito dalla Galilea, sostenendolo con i loro beni. Con lui avevano assaporato la ricchezza del «più che necessario», giorni di libertà felice.
Sono le stesse che stavano sotto la croce. L’avevano visto morire. E nessuno a soccorrerlo. Le muove un atto d’amore. Lo amano ancora, ed è ciò che rimette in marcia la vita.
«Entrarono e non trovarono il corpo del Signore». L’assenza del corpo di Gesù causa in loro uno smarrimento pieno di domande. Alla desolazione si aggiunge la paura: due uomini vestiti di lampi.
“Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”. Voi state cercando il tesoro perduto, avete fame di chi ha dato un senso pieno alle vostre esistenze.
“Colui che è vivo”: nuovo nome di Gesù: il Vivente. Non solo è vivo adesso, come uno che non è più un morto, ma è colui cui appartiene il vivere, l’autore della vita.
“È risuscitato”, cioè si è alzato. La risurrezione di Gesù è detta con i verbi del mattino dell’uomo: svegliarsi e alzarsi. Come se i nostri giorni fossero una piccola risurrezione quotidiana, e la Pasqua un giorno senza tramonto.
Ma la tomba vuota non basta, gli angeli non bastano perché la fede venga alla luce: “Ricordatevi come vi parlò: bisogna che io sia crocifisso e risorga...” ed esse ricordarono le sue parole.
Le donne ricordano, credono perché ricordano, credono
non per le parole degli angeli, ma per la parola di Gesù.
Credono prima di vedere.
Non si crede per le apparizioni né per le vesti sfolgoranti; ma per la sua Parola, Vangelo custodito anche nei giorni della perdita e dell’assenza.
Le donne hanno conservato quelle parole perché le amano, perché in noi si imprime e persiste solo ciò che ci sta a cuore.
Il “genio femminile” (Mulieris dignitatem) si riferisce anche a questo intuito sulla resurrezione, a questo precedere gli stessi apostoli nella speranza della vita che vince la morte.
“Le donne sono le prime presso la tomba. Sono le prime a trovarla vuota. Sono le prime ad udire: ‘Non è qui. È risorto’. Sono anche chiamate per prime ad annunciare questa verità agli apostoli”. (MD 16).