Per la grande gioia ancora non credevano

Professioni di fede

La fede dei discepoli (dopo Pasqua)


È lento il cammino della fede! Difficile la convinzione che Cristo è risorto! Noi uomini dell’immediato ci saremmo spazientiti.
Sapete che è apparso a Simone, due amici l’hanno riconosciuto ad Emmaus, ora appare tra
voi… e siete “stupiti e spaventati”?
Avete sentito che vi ha detto: “Pace a voi” e ancora avete dei dubbi? Vi detto di “guardarlo
e toccarlo”, vi ha fatto vedere le mani e i piedi e ancora non credete?!
Ma Gesù non si spazientisce. Lui conosce la gradualità
negli itinerari di fede, nelle tappe del cuore.
Dalle impazienze religiose nascono convinzioni fragili.
Ecco le “strade della fede”, che portano dalla sensazione di vedere un fantasma alla percezione di avere il Vivente come compagno di strada.
1. Primo passo è rispondere all’invito: “Toccatemi e guardate”. Sono verbi cancellati dall’esperienza religiosa, ricondotta (quasi solo) a nozioni, con un approdo per lo più razionalistico.
Percorsi in cui entra la testa, ma non le mani (toccatemi) e gli occhi (guardate); mentre la
fede nel Risorto è scoperta anche per le mani, gli occhi, il cuore.
È vero che “toccare e guardare” non disperdono i dubbi, ma non censuriamo questi passi!
Forse non sappiamo leggere i segni del risorto nel nostro tempo.
2. “Avete qui qualcosa da mangiare?”. L’esperienza di fede nasce dal mangiare davanti al
Signore. Gesù, a differenza di altri, “amava i banchetti”, come segno di amicizia.
Impoveriremmo le sue parole interpretandole come una prova fisiologica: vedete che io
mangio!
No, il banchetto nel segno della confidenza, della donazione è il segno che Gesù è vivo!
3. “Aprì loro la mente a comprendere le Scritture”. Peccato che per secoli la Bibbia sia rimasta un libro chiuso! L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo. Ritorniamo al testo sacro!
Come ai due di Emmaus capiterà anche a noi di sentire ardere il cuore: è il segno che Cristo
è vivo e cammina con noi!
La nostra fede è fragile, la speranza debole, la carità verso Dio e i fratelli limitata…
Cristo ci parli come sa fare lui: con la pazienza del maestro con gli alunni un po’ lenti, con
l’amore della mamma verso i figli ribelli, con la confidenza dell’amico che fa il primo passo.
Alla sua voce il cuore batte forte, per l’emozione, la mente si placa, libera dai preconcetti,
il volto si rasserena e torna il sorriso.
 

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