Amare Dio e il prossimo vale più di tutti i sacrifici
Abituati a vedere negli scribi dei pedanti ed ipocriti avversari di Gesù, questo passo mostra
la “simpatia” di Gesù per questo scriba.
La loro ricerca di fedeltà a Dio e i loro riferimenti biblici sono perfettamente convergenti.
Gesù è sempre lieto e pronto a cogliere un’esperienza positiva: “Non sei lontano dal regno di Dio”. Perché al centro si arriva attraverso i due “comandamenti”, inseparabili ed insuperabili. Il dialogo schietto e mirato tra Gesù e lo scriba ci pone davanti una domanda radicale:
“Che cosa significa per me amare Dio con tutte le mie forze e il prossimo come me stesso?”.
Siamo interrogati ogni giorno. Allora verifichiamo se la nostra vita mantiene la rotta o se
stiamo “correndo invano”. Non dobbiamo essere angosciati da sensi di colpa, ma convinti che
amare è l’unica forma sana di vivere davanti a Dio e con le persone.
Amare è la prima “cosa” di cui dobbiamo occuparci ed è anche
l’ultima parola che decide della consistenza della nostra vita.
L’amore è ciò che giustifica veramente la nostra esistenza,
è la linfa della vita, il segreto ultimo della nostra felicità,
la chiave della nostra vita personale e sociale, la sostanza
della nostra fede in Dio e della nostra sequela di Gesù.
La nostra vita non deve mai oscurare, cancellare, trascurare questo interrogativo che le
Scritture dei due Testamenti rendono esplicito. Nessuno può dare dare per scontato che la sua
vita sia realmente sostanziata di amore.
Se leggiamo con passione le Scritture,
se cerchiamo di spartire qualcosa di nostro
con chi è meno fortunato di noi,
se non ci arrendiamo alle nostre meschinità,
se tentiamo di fare nostre le lotte e le speranze dei più disagiati,
se dentro i ritmi intensi del quotidiano crediamo che sia importante
riservare un tempo per lodare Dio
e dirgli esplicitamente che ci sentiamo suoi figli,
allora forse possiamo pensare che stiamo imparando ad amare.
Questa incontro con lo scriba non suona
come un rimprovero per le nostre “inadempienze”,
ma come la calda “voce” di Gesù che ci esorta
a fare del nostro quotidiano un apprendistato d’amore.
Gesù vuole svelarci che siamo creature chiamate all’amore e capaci di amare.
Il Vangelo è la bella notizia che rivela a ciascuno/a di noi questa possibilità, questo sentiero
di piccoli passi.
Tu, io, noi, siamo capaci di portare nel mondo un piccolo seme d’amore senza volare su ali
mistiche, ma cogliendo le occasioni concrete che l’esistenza d’ogni giorno ci presenta.