Chi è costui?
Il miracolo della tempesta sedata è una tappa fondamentale nel cammino di fede dei
discepoli di Cristo. Gesù vuol passare all’altra riva del mare di Galilea (presso genti straniere,
pagane); tutti sono sulla stessa barca. Ma il vento cambia le condizioni climatiche sul lago e la
tempesta suscita grande preoccupazione.
Gesù, stanco, dormiva. I discepoli lo svegliano terrorizzati, sorpresi dalla sua indifferenza.
Sapevano che era un grande Profeta, che aveva scacciato demoni, salvato moribondi, guarito paralitici, restituito la vita al figlio di una vedova... ma cosa avrebbe potuto fare in una
calamità così grande?
Avviene l’assolutamente imprevedibile: “Destatosi, minacciò il vento e le acque in tempesta
si calmarono”, cui segue un rimprovero: “Dov’è la vostra fede?”. Se avessero capito davvero
chi era il loro Maestro, non avrebbero dubitato della salvezza.
L’episodio rappresenta una tappa basilare
del cammino di fede dei discepoli e anche di tutti noi.
Fede è aver fiducia, sempre, in ogni situazione,
in ogni caso anche il più assurdo, anche nel tunnel più buio.
E l’episodio si conclude con la domanda che, impauriti e stupiti, si fanno l’un l’altro:
“Chi è costui?”.
Certo i vangeli sono una variegata risposta a un tale interrogativo, anzi sono nati per dire
chi era Gesù, il Verbo di Dio incarnato che non avremo mai finito di scoprire.
È un fatto inedito, ma non poi tanto peregrino, se riandiamo con la memoria alle pagine
del primo Testamento, dove erano attestati prodigi di natura ad opera di Dio (il passaggio
attraverso il Mar Rosso, il dono della manna nel deserto).
Ciò significa che, se Gesù opera in maniera analoga, Egli è non solo uomo, ma veramente anche Dio.
Inoltre se tutto (l’uomo, la natura, il cosmo) esiste in lui e grazie a lui, Gesù può certamente
“sgridare” il vento e le acque in tempesta ed eliminare il pericolo di vita per chi stava sulla
barca allagata. Qui la fede dei discepoli fa davvero un salto di qualità.
Oltre agli elementi della natura, Gesù aveva dovuto “sgridare” anche loro e richiamarli ad
una fede più profonda e matura.
Il cammino della fede è irto di difficoltà, dubbi, passi indietro ed è lungo, probabilmente
quanto la nostra vita.
Loro stessi, davanti a un Gesù accusato, incarcerato, torturato e messo a morte, andranno
in crisi, fuggiranno, pensando di essersi sbagliati sul suo conto. Perfino quando lo incontrarono
risorto, “dubitarono” .
La nostra fede sarà veramente completa quando, paradossalmente, non ci servirà più perché, varcata la soglia del tempo, avremo la visione diretta della Trinità!