Sommario:
Quello che possiamo dire, e che ci rende felici, è l’abbraccio che il Padre rivolge al Figlio incarnato e quindi a tutta l’umanità e a ciascuno di noi.
Paolo vuole aprire gli occhi degli uditori, come Cristo ha fatto con lui sulla via di Damasco, per far loro comprendere come il compimento delle antiche profezie, risiedesse nell’avvento del Cristo, nella sua Pasqua.
La vita interminabile e non immaginabile senza noia?
Gesù dichiara: questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio e colui che hai mandato, Gesù Cristo (Gv 17,3).
Chiamati, noi e tutta la Chiesa, ad allenarci alla sorpresa e alla meraviglia per cogliere la voce di Dio, che è già più avanti, più in là.
E usa il verbo che indica il timore suscitato dalla tempesta in mare. Nelle vicende della vita molto spesso ci sentiamo come in mezzo ad una tempesta, sballottati dalle onde senza riuscire a governare la barca.
Aria di paura in quella casa. Paura dei Giudei ma anche di se stessi, della propria viltà, di come si erano comportati nella notte del tradimento. E manca l'aria.
I discepoli di Emmaus videro Gesù ma non lo riconobbero. Lo stesso succede a Maria Maddalena.
Lei vede Gesù, ma non lo riconosce. Pensa che sia l'ortolano. E come gli angeli, anche Gesù chiede: "Perché piangi?" Ed aggiunge: "Chi cerchi?"
Noi possiamo contribuire a tutto questo fermando i cavalli della guerra, dell’inimicizia e della prepotenza; spezzando gli archi tesi a ferire e colpire chi c’è avverso o tale riteniamo
La vita biologica assume i tratti della lotta spirituale per mantenerci in questa vita nuova, che il Vangelo di Giovanni chiama ‘vita eterna’.
Camminiamo dunque nella luce del Signore, senza ambiguità, orgogliosi della nostra fede, con il desiderio di riaccendere la luce della fede battesimale in molti cristiani che l’hanno smarrita.
Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere.