"Spero di essere missionario vero, spero che il popolo di Dio sia sempre più evangelizzato"

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In memoria di Padre Gastone Pozzobon


Così diceva Padre Gastone Pozzobon e oggi, a nome di tutti i cugini e i parenti, vorrei ricordarlo. 
Era uno straordinario uomo di Dio, dedito all’aiuto al prossimo, tratto che lo ha accompagnato costantemente per 80 anni della sua lunga vita … 54 anni di sacerdozio, dei quali 46 come missionario francescano.

“Quarantasei” anni di vita missionaria completamente dedicati agli ultimi, all’evangelizzazione, all’istruzione, all’aiuto alle famiglie, ai malati e tanto altro.

Solitamente, ogni 4 anni Padre Gastone tornava per qualche giorno in Italia e ci aggiornava su quanto fosse riuscito ad attuare con le donazioni ricevute, ci mostrava fotografie e video, ci illustrava i progetti conclusi e quelli ancora in corso d’opera, ci raccontava le sue giornate da vero missionario. Era un mondo così lontano, ma lui riusciva a raccontarcene ogni sfaccettatura e a trasmetterci la sua vita, facendoci provare forti emozioni.
A primavera di quest’anno lo aspettavamo per le consuete visite ai parenti e ai benefattori, rinviate poi a settembre, ma purtroppo a giugno è tornato alla casa del Padre.

Utilizzando il tempo presente come se fosse qui con noi, vorrei ripercorrere le tappe principali della sua vita.

La sua vocazione è precoce, entra nel seminario dei Frati Minori di Sant’Antonio di Padova a soli 10 anni. Dopo 16 anni di studi diventa sacerdote e consegue due lauree in inglese, oltre ad una laurea in sociologia. 
Giusto il tempo di celebrare questi traguardi e viene inviato a Roma con incarichi molto importanti: vicerettore del Collegio Internazionale di filosofia e teologia, professore di sociologia e, nel 1975, confessore straordinario nella Basilica di San Pietro, scelto direttamente da Papa Paolo VI in occasione dell’Anno Santo.

Ma il suo desiderio è essere un Missionario Vero, cioè Missionario nel Mondo e, finalmente, nel 1976 ciò ha inizio. Parte per lo Zambia, in Africa, dove rimane per 16 anni.
Qui svolge la sua missione in diverse comunità e villaggi, inizia a formare le “parrocchie” evangelizzando la popolazione locale e occupandosi della restaurazione e costruzione di Chiese, cappelline, sale per la catechesi, scuolette. Presta assistenza religiosa ai lebbrosi del lebbrosario di Chibote (=pace) e ai ciechi nel villaggio di Masaiti e favorisce lo sviluppo di vari progetti sociali contro la fame e la denutrizione.

Il suo impegno è costante, si affeziona al paese e vorrebbe continuare la sua missione in Africa, ma è costretto a cambiare destinazione poiché si ammala più volte di malaria.

Nel 1993 parte quindi per una nuova missione in Brasile, dove opera per 4 anni nello stato del Paranà e poi per altri 7 nello stato di San Paolo.

Ma si sa, le vie del Signore Dio sono infinite, e nel 2005 una di queste lo porta nello stato del Mato Grosso, in piena foresta amazzonica, suo desiderio da qualche tempo.
Risiede a Nova Bandeirantes, in una parrocchia che si estende per oltre 9.500 chilometri quadrati, con 25.000 abitanti sparsi in 53 comunità, dove rimane per sedici anni e lotta per e insieme agli indios.

É il missionario degli ultimi. Portando la fede, li difende dagli interessi delle multinazionali, dall'avanzare degli incendi nella foresta, dalla fame e dalla mancanza di istruzione. 

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Attua progetti per costruire scuolette, chiese, cappelle, sale per la catechesi, oltre a centri polivalenti per anziani, donne e minori.  É vicino ai malati, difende i contadini poveri e i “senza terra“, aiuta i coltivatori e sostiene la riforestazione di zone bruciate.
La sua evangelizzazione avviene con regolari visite mensili a tutte le famiglie dell’enorme parrocchia, che è formata da ben 71 cappelle. Percorre la foresta amazzonica utilizzando un vecchio fuoristrada, una moto malconcia o una piccola imbarcazione tipica, secondo le zone da raggiungere, distanti dai 20 fino ai 250 km dalla sua abitazione.
Quando arriva lui in un villaggio è un giorno di grande festa. Gesti semplici, ma pieni di significato. Celebra la Santa Messa, diffonde il Vangelo attraverso la catechesi, ascolta e si dedica alle famiglie, poi riparte per la successiva comunità, dove fa altrettanto. 

Ripete questa “routine missionaria” fino a settembre 2021, quando affronta un intervento al cuore per la sostituzione di una valvola cardiaca. Ma, come noi tutti sappiamo, Padre Gastone difficilmente era capace di “stare con le mani in mano” e far passare il tempo senza dedicarsi al prossimo e quindi, dopo poche settimane dall’intervento chiede di fare un'esperienza ancora più difficile e più impegnativa, in una missione molto più distante, nell'isola di Juruá, situata nel fiume Rio delle Amazzoni, proprio nel cuore della foresta amazzonica.

In questo territorio, che comprende più di 2000 indios, celebra, il 27 febbraio 2022, la sua prima Santa Messa, esattamente due giorni dopo il suo ottantesimo compleanno. Sempre qui, a giugno, dopo soli 3 mesi circa dal suo arrivo, termina la sua vita terrena.

La celebrazione del suo rito funebre si è svolta in più giornate, fino al giorno della sepoltura. Seguendo tutte le celebrazioni sul canale Facebook della parrocchia di Juruà, traspariva chiaramente quanto fosse benvoluto e amato da tutti. Emozioni forti, capaci di viaggiare per migliaia di chilometri, dalla più grande foresta del mondo fino a noi.
Il padre Provinciale dei Francescani, celebrando queste funzioni, ha ricordato la sua vita e il suo impegno missionario, definendolo più volte un “Pozzo Buono”.

Ora Padre Gastone è sepolto in Amazzonia, poiché la sua volontà era morire in missione e rimanere nella sua terra tra la sua gente, e li riposerà per sempre. 
Si considerava uno di loro, un indios dell'Amazzonia.

Gastone, siamo orgogliosi e fieri di averti avuto nella nostra famiglia; da lassù aiutaci ad essere degni del cognome che portiamo.

Grazie Gastone ... rimarrai per sempre nei nostri cuori … che la tua vita possa essere un esempio per tutti.


Maria Grazia Pozzobon e famiglia

 

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