Troverete un bambino

Su ali d'aquila

Giovedì 25 dicembre 2025 • Natale del Signore


Quante notti umane e spirituali viviamo simili alla notte di Betlemme. Da tempo oramai ci siamo abituati alla notte.

Alla notte della pace: quante guerre e sofferenze, quanti innocenti vivono il dramma che alcuni potenti creano nel mondo solo per interessi egoistici.

Alla notte dell’umano: quante sofferenze e povertà, sociali e del cuore, viviamo in questo tempo. Abbiamo tutto, eppure sembra che abbiamo perso il senso del bene, la ricerca di quel bene che non riguarda solo il mio benessere, ma l’insieme, la comunità, la società, i bambini, i giovani, gli adulti e gli anziani. Una notte del senso dettata da un mondo governato dal soldo che porta tutte le vocazioni a sminuirsi nel loro vero significato: i figli sono arroganti perchè viziati in tante e troppe cose, i genitori sono bravi fornitori di servizi, dimenticandosi della bellezza di quell’accompagnare passo dopo passo la crescita dei figli, e con essi la loro maturazione, i nonni finché se la cavano sono dei bravi supplenti ai genitori, ma poi arriva il tempo della malattia, della sofferenza, e non c’è posto in casa per un’ennesima occupazione.

Anche i pastori hanno vissuto la loro notte. I pastori per il loro lavoro che violava ogni senso di purità legata alla fede ebraica, erano considerati impuri, erano visti male sul loro modo di non vivere la fede. I pastori rappresentano le notti di tutta l’umanità. Eppure è a loro che l’Angelo rivolge il lieto annuncio, la manifestazione piena della gloria di Dio: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia.

Davanti a questo annuncio i pastori non sono rimasti alla loro occupazione: si sono messi in cammino senza indugio fino al luogo dove si è rivelato il Re dei re. Il Signore del mondo nell’innocenza di un Bambino si rivela nella sua fragilità e povertà, si rivela uno di noi, Colui che apre la sua divinità perché anche noi ne possiamo fare parte. Questa verità che ci viene annunciata dal Vangelo suscita nei pastori pace nel cuore e lode: davanti a loro non c’è più un giudizio umano, c’è l’Amore, quello che spinge la vita ad essere lieto annuncio, ad essere vita che dona e genera vita, ad essere viva!

Alla lode dei pastori si affianca il silenzio di Maria. Maria medita tutte queste cose nel suo cuore. E’ come se il cuore della Vergine diventasse lo scrigno prezioso per racchiudere e rileggere ogni fatto, ogni avvenimento legato a questo Bambino. Rileggere per capirne il senso vero nella fede, per capire veramente quale è il senso della salvezza promessa al popolo, di cui Lei ne è portatrice.

Natale non è la festa delle poltrone e delle cene. Natale è invece la festa della scelta, come amava dire S. Paolo VI:

Perché Cristo non è lontano. 
Chi lo vuole, lo può riscoprire. 
E chi lo riscopre, lo deve scegliere.

E come sempre, chi davvero lo sceglie 
avrà la sua pace,
la pace appunto del Natale.

In questa festa, compimento dell’Incarnazione, siamo chiamati a scegliere se lasciare abitare o meno il Salvatore nel nostro cuore. Dietrich Bonhoeffer diceva: «Dio non si vergogna della bassezza dell’uomo, vi entra dentro. […] Dio ama ciò che è perduto, ciò che non è considerato, l’insignificante, ciò che è emarginato, debole e affranto». Se Dio ama così le nostre notti, perché non lasciarle rischiararle dal suo Amore pieno di speranza verso tutti noi? Questo è il solenne augurio che ci doniamo: ravviviamo la nostra fede e la nostra vita in Lui, lasciamolo abitare nelle nostre domande e dubbi, lasciamoci prendere per mano da Colui che non smette mai di amarci, da Colui che non smette mai di credere nella luce che possiamo essere gli uni per gli altri, luci di speranza, luci di pace, testimoni del suo amore!
 

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