Domenica 21 dicembre 2025 • VI Domenica di Avvento (dell'Incarnazione)
Rallegrati, Kaire. Questo è l’invito della liturgia di questa domenica! E’ la domenica precedente al Natale, è la domenica che introduce l’ultima settimana del Giubileo, è la domenica più ricca di impegni che hanno il sapore del Natale… tutto qui? E’ questo il motivo del nostro rallegrarci?
Più che a queste motivazioni umane ed ecclesiali, il senso del nostro rallegrarci sta nel fatto che questa domenica ci dice la promessa che è iscritta in ognuno di noi: non sei morto! Non sei chiamato alla morte, alla tristezza, al dolore, allo stare solo, insomma non sei chiamato a fare o subire il male. In noi risplende una chiamata nuova ed originale: sei chiamato a sognare! A sognare che la nostra vita è chiamata ad essere una vita in e con Dio, a sognare che la Vita è l’eterna Parola per l’uomo, a sognare che la Luce è la strada dell’uomo, a sognare che l’uomo può solo con il bene cambiare ogni istante della storia, a cominciare da ora, in ogni secondo del nostro tempo. L’invito a sognare ci viene consegnato oggi dallo stesso Gabriele che ci invita a non temere, a non avere paura di sognare, a non lasciare spazio a quel pessimismo che vede tutto con sospetto e negatività.
C’è una amica, una mamma che ci invita a credere nella promessa che Gabriele annuncia: Maria. Una ragazza preadolescente, quasi adolescente ha creduto cambiando e accogliendo la nuova promessa di Dio per l’umanità: noi siamo qui a causa sua, e questo ci provoca, ci dice che un ragazzo può veramente cambiare la storia, può veramente cambiare il cuore dell’uomo, può richiamare ognuno di noi a saper accogliere Dio nella propria vita. Basta non dubitare, non temere, ma metterci in ascolto.
È così che Dio ha voluto donarci la salvezza, il sogno della vita vera: entrando con la sua divinità passando la porta della nostra umanità. Gesù viene nel suo essere figlio di Dio passando e accogliendo la nostra umanità. Questo è il grande annuncio che ci deve rallegrare: Dio non ha tenuto per sé il suo essere, lo condivide, lo spezza, lo dona per noi, fino alla fine! Dio continua a credere nell’uomo e nella forza di vita che può veramente donare ed essere: quanto è grande la sua misericordia! La stiamo sperimentando in questi giorni di confessioni, l’abbiamo sperimentato in questo Anno Santo, pieno di novità uniche per la Chiesa. Dio non si stanca di credere nella potenzialità della nostra storia, Dio continua a credere nel sogno che tutti noi, tutti, possiamo partecipare alla sua divinità.
Maria ci insegna il coraggio di accogliere questa promessa di Dio con umiltà, con semplicità, con il desiderio di lasciarci veramente plasmare da essa.
in questi giorni quindi siamo chiamati a essere lieti non per il contorno che queste feste portano con sé, ma per il fatto che io so che c’è uno in questa Terra che veramente crede in me: Gesù. Gesù viene perchè crede nel bene che posso essere per il mondo, per l’umanità, per il suo Regno. Gesù viene per dirmi ancora una volta questo, Gesù viene perchè spiani le mie resistenze verso di Lui e verso gli altri, perchè in me brilli solo la luce autentica della vocazione a cui Lui mi chiama, perchè in me, nei miei occhi, brilli la Sua Vita, la Sua Luce, perchè nel mio cuore mi senta veramente Figlio!
Kaire, rellegrati. In questi giorni ravviviamo questo atteggiamento con le indicazioni che Paolo ci dona nella lettera ai Filippesi: con suppliche, preghiere di ringraziamento, insomma con un cuore che desidera lasciarsi plasmare veramente dall’incontro con Dio. È da questo incontro pieno di stupore e meraviglia che sgorga il desiderio della pace, che sgorga la verità che siamo veramente: non siamo macchine, siamo un cuore, un cuore che desidera vivere della vita del Figlio di Dio che viene a salvarci!