Domenica 7 dicembre 2025 • IV Domenica di Avvento
Quante grida sentiamo nella città! Grida di lamentazione per la poca sicurezza, grida per l’incertezza economica del momento. Quante grida sentiamo nella Chiesa! Grida di lamento per una Chiesa che sembra non dire più la bellezza del tempo che stiamo vivendo, grida per una Chiesa che sembra ritirarsi, invece che annunciare chi è Gesù. Quante grida sentiamo nel modo! Grida di chi vuole la pace nella sua terra ferita dalle armi, grida di chi vuole una giustizia non sconfitta dalla prepotenza di pochi!
L’umanità intera grida una sete, un desiderio di vita. E noi cristiani che cosa possiamo fare davanti a questa grida di aiuto e di lamento? La Parola ci esorta in questa quarta domenica di Avvento ad essere con la nostra vita un grido di consolazione e di bene! Quanto bene nella città, nella Chiesa, nel mondo si semina e noi ci fermiamo sempre alla negatività! Eppure l’Avvento ci esorta a non mettere a tacere questo bene, ma invece a esaltarlo e ancor di più a gridarlo con la stessa gioia di chi quel giorno accolse Gesù a Gerusalemme, con quella gioia con la quale Isaia annuncia al popolo ferito dall’esilio un nuovo tempo di grazia! Questo è il tempo della speranza: non lasciamocela rubare! Questo è il tempo della speranza: ravviviamola insieme! Come? Stando accanto a Colui che si è fatto mite per noi, a Colui che desidera entrare nelle nostre vite non per sconvolgere e stravolgere, ma perchè esse siano la massima espressione del bene, del suo bene! E il suo bene è quello di fare la volontà del Padre, che tutti sappiano, dal più ricco al più povero che tu sei figlio di Dio, sei amato, non sei solo. E’ in questa certezza che sta la nostra consolazione e il desiderio di essere un segno di vita per tutti.
L’eucarestia che celebriamo oggi desidera essere espressione in Gesù di quell’amore che ogni realtà del territorio esprime con un servizio particolare. Ogni servizio è per il bene della persona, è per custodire, difendere il dono della vita! Al nostro cuore deve stare però il desiderio che ogni vita si senta partecipe di questo Amore, senta in ogni nostro gesto non solo un atto di vicinanza, ma in esso l’Amore di Colui che con il suo Natale rivela fino a che punto Dio ci ama e ci vuole bene, fino ad essere come noi e a donarci la sua vita. L’eucarestia è ravvivare questo grido di vita e insegnamento sempre ad alzare gli occhi con umiltà e in essa ascoltare quello che si muove veramente in ogni uomo. Propongo quindi un gesto, se mi permettete. In questi giorni non andate a cercare regali: di cose inutili ne abbiamo, fin troppe. In questi giorni regalate invece una lettera, una lettera dove scrivere con il cuore a quelle persone che sono importanti per la vita di tutti i giorni. Non solo i famigliari, gli amici, ma anche l’insegnante, il panettiere, la suora, la volontaria o il volontario della parrocchia, dell’oratorio, quel volontario o quella autorità che mi ispira fiducia, scrivetegli una lettera. Una lettera originale, un segno che dica proprio questo: la tua vita è un grido prezioso per la nostra comunità, per il nostro incontrare Gesù!
Riscopriamo con questo Natale l’arte dei piccoli gesti: è da questa arte che veramente accoglieremo ancora una volta il Signore Gesù, la sua mitezza, la grandezza del suo Amore.