Sarete Figli dell'Altissimo

GRUPPI DI ASCOLTO

3° INCONTRO - Dall'odio all'amore


Il brano di Luca 6,27-36 ci pone di fronte a una delle pagine più sconvolgenti e decisive del Vangelo: l’invito di Gesù ad amare i nemici. Non si tratta di un semplice consiglio spirituale, né di un ideale riservato a pochi: è il cuore stesso del nuovo modo di vivere inaugurato da Cristo. La logica che Gesù propone non segue il criterio della reciprocità — “ti tratto bene se tu tratti bene me” — ma introduce nella storia una misura completamente diversa, la misura stessa di Dio.

Quando Gesù chiede di benedire chi maledice, di pregare per chi fa del male, di porgere l’altra guancia, non sta imponendo passività o rassegnazione, ma sta aprendo una via nuova per spezzare la spirale dell’odio e della vendetta. L’amore evangelico è un amore che prende l’iniziativa, che non si lascia determinare dal male ricevuto, che rompe la logica del contraccambio e apre spazi inediti di libertà. È l’amore che Cristo ha vissuto per primo sulla croce, perdonando i suoi persecutori.

In questo discorso Gesù non offre solo un nuovo comportamento morale, ma rivela l’identità profonda del discepolo: «Sarete figli dell’Altissimo». Si diventa figli quando si assomiglia al Padre, e il Padre è “misericordioso”, cioè capace di chinarsi sulle fragilità dell’uomo con tenerezza e gratuità. Per questo la misericordia non è un optional della vita cristiana, ma il suo respiro quotidiano. Non essere misericordiosi significa interrompere quel legame vitale che ci unisce al Padre; essere misericordiosi, invece, significa lasciare che sia Dio a trasformare il nostro modo di guardare, reagire, incontrare gli altri.

Il Vangelo ci ricorda anche che questa misericordia non è fuori dalla nostra portata: è un dono che si accoglie, un cammino che si impara, una scelta che matura nella preghiera e nella concretezza dei gesti quotidiani. Ogni giorno siamo messi alla prova in relazioni che ci feriscono, in incomprensioni, in giudizi, in stanchezze. È proprio lì, nella vita reale, che la “regola d’oro” — “fate agli altri ciò che vorreste fosse fatto a voi” — diventa carne, stile, testimonianza. E la differenza cristiana non è superiorità, ma disponibilità: la disponibilità a lasciarsi guidare dall’amore di Dio anche quando sembra difficile, inutile o controcorrente.

Questo brano ci consegna allora una Buona Notizia: dove il mondo vede un limite, Gesù apre una possibilità; dove gli uomini rispondono al male con il male, Dio genera un modo nuovo di essere uomini e donne; dove tutto parla di divisione, il Vangelo semina pace. È una Buona Notizia esigente, ma liberante: ci restituisce la nostra vera identità di figli che sanno perdonare perché perdonati, che sanno amare perché amati, che possono riconciliare perché riconciliati da Cristo.





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