Il Sacro Tempo di Avvento Ambrosiano

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Origini, struttura e spiritualità dell’Avvento nella Chiesa di Milano


Nella Domenica che segue l’11 Novembre, festa di san Martino di Tours, Vescovo, inizia il nuovo Anno Liturgico Ambrosiano con la I Domenica di Avvento Ambrosiano. L’Avvento Ambrosiano è un Tempo Liturgico di sei Domeniche che desiderano aiutare il discepolo di Gesù Cristo ad imparare ad aprire il proprio cuore al divino Salvatore, Colui che, come scritto nel Libro dell’Apocalisse, “sta alla porta e bussa per entrare e cenare con noi” , per condividere la nostra vita e farci partecipi della sua Vita divina ed eterna. 
L’origine del sacro Tempo di Avvento viene individuata tra il IV ed il VI secolo. La prima celebrazione del santo Natale di Gesù Cristo a Roma, infatti, avviene nel 336 d.C. ed è proprio verso la fine del IV secolo che si riscontra in Gallia ed in Spagna un periodo di preparazione alla festa del Natale. Nel secolo VI la durata di questo periodo tende a stabilizzarsi sulla durata della santa Quaresima, cioè sei settimane: è indicativo infatti che l’Avvento Ambrosiano, nella Tradizione della santa Chiesa di Milano, venga definito “Quaresima di san Martino” proprio perché iniziava la Domenica successiva all’11 Novembre. 
La cosa è spiegabile se si tiene presente l’importanza e la rilevanza crescente che tende ad assumere la festa del santo Natale di Gesù Cristo: il 25 Dicembre, infatti, soprattutto nella tradizione popolare, viene sempre più percepito come un giorno talmente solenne da essere equiparato alla festa più importante e centrale dell’Anno Liturgico cristiano, cioè la Pasqua del Crocefisso Risorto. E come la Pasqua è introdotta da un periodo di preparazione, che è la santa Quaresima, scandito su sei settimane, analogamente anche per il santo Natale si pensò a un periodo di preparazione, che è il sacro Tempo di Avvento, di simile durata. Un Avvento di tale durata è testimoniato anche a Roma verso la metà del secolo VI finché, con la riforma liturgica promossa dal Papa san Gregorio Magno a cavallo fra i secoli VI e VII, il sacro Tempo di Avvento fu accorciato a quattro settimane: è l’Avvento di “rito romano” che si diffonderà poi in quasi tutta la Chiesa latina occidentale. La sacra Liturgia Ambrosiana ha invece sempre conservato l’uso primitivo e quindi più antico delle sei settimane d’Avvento: comincia dalla Domenica immediatamente successiva all’11 Novembre, festa di san Martino di Tours, e termina con la vigilia del santo Natale di Gesù Cristo. Non è quindi la Chiesa Ambrosiana ad aver allungato il sacro Tempo di Avvento, ma la Chiesa Romana ad averlo accorciato!
Il Lezionario Ambrosiano riprende in maniera organica e precisa la struttura avventizia testimoniata nei documenti più antichi della sacra Liturgia milanese. Troviamo dunque la seguente successione di temi:
  • la I Domenica di Avvento Ambrosiano ha un contenuto prettamente escatologico; ci orienta alla Parusia, cioè a ravvivare l’attesa di Gesù Risorto che verrà alla fine dei tempi con gli Angeli, i Santi e le Sante per giudicare tutte le genti e tutta la storia;
  • la II e la III Domenica di Avvento Ambrosiano introducono la figura di san Giovanni Battista, il Precursore, che prepara la via alla venuta del Signore: una preparazione che recupera i temi della conversione (nella II Domenica di Avvento) e dell’adempimento delle antiche profezie (nella III Domenica);
  • la IV Domenica di Avvento Ambrosiano propone la pagina evangelica dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme, tipica della tradizione ambrosiana, da leggere e interpretare non dal punto di vista storico (quello che avviene nella cosiddetta “Domenica delle Palme”), ma attraverso il filtro simbolico dell’Avvento; cioè un invito all’incontro salvifico con Gesù Cristo che fa il suo ingresso nella storia umana;
  • la V Domenica di Avvento Ambrosiano vede di nuovo in primo piano la figura di san Giovanni Battista il Precursore: il Vangelo è tratto però non dai Sinottici (come nella II e nella III Domenica di Avvento Ambrosiano), ma sempre e solo da san Giovanni Apostolo e mette in luce in modo particolare il rapporto del Battista con il Messia che sta per manifestarsi; ormai infatti i giorni dell’Avvento stanno raggiungendo la loro piena maturazione;
  • il 16 Dicembre, primo giorno della santa Novena di Natale, riprendendo una Tradizione Ambrosiana che lo stesso san Carlo Borromeo volle confermare, è stata re-introdotta la cosiddetta “commemorazione dell’annuncio a san Giuseppe di Nazareth” per mettere in dovuta evidenza il ruolo che questo uomo giusto e santo ebbe, con la sua obbedienza, nel mistero dell’Incarnazione del Verbo;
  • dal 17 al 24 Dicembre decorrono le cosiddette “Ferie prenatalizie”, che nel Rito Ambrosiano hanno conservato l’antico nome di Feriae de Exceptato; il Lezionario Ambrosiano, facendo propria una spiegazione non condivisa da tutti gli studiosi, ma indubbiamente suggestiva ed evocativa, interpreta questa espressione nel senso del verbo “accogliere” (exceptato da exceptare = accogliere, accettare): in effetti sono gli ultimi giorni del sacro Tempo di Avvento nei quali la Chiesa si prepara più intensamente a incontrare il Signore Gesù l’Atteso, “l’Accolto”, “l’Accettato”; da notare che questi giorni pre-natalizi, insieme alla commemorazione dell’annuncio a san Giuseppe di Nazareth, vengono a comporre una vera e propria “Novena” liturgica di preparazione al santo Natale;
  • la VI Domenica di Avvento Ambrosiano è la primitiva festa mariana della sacra Liturgia Ambrosiana e commemora il mistero dell’Incarnazione del Signore e della Divina Maternità della Beata Vergine Maria: è la meta ultima del cammino di Avvento, prima che si passi al sacro Tempo di Natale vero e proprio che inizia alle ore 18:00 del 24 Dicembre. Nel caso in cui la Domenica dell’Incarnazione si celebri il 17 Dicembre, la Domenica successiva, cioè il 24 Dicembre, si qualifica come Domenica Prenatalizia in cui, come Vangelo, viene proclamata la “genealogia di Gesù Cristo, Figlio di Davide”.
  • Anche i giorni feriali del sacro Tempo di Avvento Ambrosiano sono caratterizzati da una “Mensa” più abbondante della Parola di Dio. Ogni giorno, infatti, prevede tre Letture: le prime due tratte dall’Antico e Primo Testamento attinte dalle pagine dei santi Profeti che preannunziano la venuta del Messia; seguite dal Vangelo, tratto da san Matteo, l’Evangelista che più degli altri è attento a mettere in evidenza la realizzazione nella vicenda di Gesù di Nazareth delle antiche profezie.
Don Donato Vicini

 

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