I Figli del Regno

Su ali d'aquila

Domenica 23 novembre 2025 • II Domenica di Avvento


In un mondo segnato da tanto grigiore e solitudine chi sono i figli del regno? Questa potrebbe essere la domanda lecita che ci poniamo leggendo il titolo di questa seconda domenica di Avvento.

I figli del regno sono coloro che sanno di non essere arrivati alla meta. Sanno che il loro cammino ha certamente delle radici, ma sono sempre in viaggio: quante curve sbagliate, quante mete errate hanno percorso. L’errore compiuto, però, non è percepito dai figli del regno come un fallimento, come un punto di non ritorno: coscienti di quello che sono e di quello che hanno compiuto, vedono nella Parola una promessa di vita, una possibilità di futuro. Gli inviti di Dio a cambiare il cuore e la direzione non sono visti come impegni o peggio come obblighi, ma come un invito a vivere una autentica libertà, capace di saper sempre cogliere il bello che Dio ha in serbo per tutti noi.

Il bello che Dio pensa per noi è un camminare insieme, tutti. Quanti richiami la Parola ci dona sul camminare insieme, sul camminare accogliendo i diversi carismi, le diverse storie, le diverse radici: diversi, ma chiamati ad avere un animo solo, una voce sola, guardando a Colui che è la nostra speranza, la nostra promessa di Vita autentica: Gesù Cristo.

Lo stesso Papa Leone XIV ci esorta a tornare a guardare a Gesù come il centro, il kerygma da cui far partire il senso di ogni scelta, di ogni percorso e cammino, sempre però custodendo l’unità. Una voce sola carica di gioia e di esultanza, una voce sola capace di affrontare le vere sfide del nostro tempo.

La liturgia di questa giornata paradossalmente è profetica: ci chiama ad essere una comunità unita, a smetterla di dividerci in piccolezze sciocche, ad essere una Chiesa che sappia dire all’uomo di questo tempo, solo, spaesato, confuso, schiacciato dalla sua stessa opera, quale è il suo senso e in quel senso saper agire. Il senso, la direzione del cammino è Gesù: ce lo ricorda Paolo invitando la comunità di Roma ad avere gli stessi sentimenti, lo stesso sguardo, la stessa capacità di scegliere di Gesù.

I figli del Regno sono coloro che non hanno paura di raddrizzare la via, perché sanno che questo invito viene da un Volto di Amore, non da un dovere. Accogliere questo Volto di Amore vuol dire accogliere la bellezza autentica di scegliere, di andare anche controcorrente rispetto al pensiero dominante, ma forse scegliendo di vivere veramente e non di vivacchiare in un affanno esistenziale che si traduce in violenza continua.

Questa è la bellezza dei figli del regno, una bellezza su cui trovare la radice della nostra comunione fraterna e da cui ripartire per una missione che sappia veramente guidare i cuori verso una autentica direzione di vita, verso la vita che è Cristo.
 

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