Domenica 9 novembre 2025 • Cristo Re dell'Universo
La liturgia di oggi definisce Gesù re dell’universo: quale è il suo potere? La Parola ce lo indica in tutto il suo filo: l’amore. Senza l’amore nemmeno Gesù poteva essere re, salvatore, Figlio. E la Parola ce lo ricorda.
La prima lettura ci mostra un vegliardo che accoglie un figlio dell’uomo. Immagino questa scena come quella del Padre che abbraccia il Figlio che si era allontanato da Lui. Quante lontananze possiamo vivere nella vita, tra cui quella più radicale, unica che tutti viviamo, la morte. Eppure questa scena non è di sconfitta, ma di vittoria: questo Figlio che davanti agli occhi del mondo era sconfitto, invece siede sul trono della Vita, accolto dall’abbraccio del Padre, sostenuto da questo abbraccio. Gesù prima di tutto è stato ed è figlio amato: è questo sentire l’amore del Padre la forza che gli ha permesso di affrontare ogni caduta, sconfitta, tristezza, smarrimento, compresa la croce. E’ in questo sentire l’amore del Padre che Gesù può essere salvezza per noi, perchè anzitutto figlio. Non si può pretendere che qualcuno ami se non ha mai ricevuto amore. Come potremmo pretendere questo, ad esempio, dai bambini delle guerre, se vedono solo distruzione e morte da parte dell’uomo? Sentirsi amato: la prima nota dell’Amore.
La seconda nota dell’Amore ce lo ricorda San Paolo: Gesù non ha tenuto per sé questo Amore del Padre, ma lo ha donato con il suo donarsi a noi, con la sua vita donata. Gesù non ha tenuto per sé la forza della risurrezione, ma questa forza di vita che strappa dalla morte e dagli inferi l’ha donata a noi. Non siamo le nostre ferite, non siamo il male compiuto, non siamo l’insuccesso, l’imperfezione: siamo chiamati alla vita, a risorgere sempre perchè siamo Figli nel Padre. Figli: non schiavi, servi, ma figli amati tutti dallo stesso Padre nell’Amore del Figlio di Dio.
La terza nota dell’Amore la leggiamo nel Vangelo: l’amore ricevuto che ci ha salvato, che ci ha detto la nostra vera identità, non va tenuta per noi, ma va donato a tutti. Il vero giudizio alla fine della nostra storia non sarà su quante cose cattive abbiamo fatto, ma se siamo stati capaci di non trattenere, ma donare questo amore di Gesù nei gesti concreti della vita di tutti i giorni, in quei gesti che hanno detto ai più poveri e lontani da noi chi sono: sei amato, sei Figlio, sei chiamato all’Amore e ad amare.
La regalità di Gesù è questa: la forza dell’amore, l’unico potere che può cambiare la storia dell’uomo, se accolta e se riconosciuta nella sua vera finalità: amare per dare la vita, per generare vita, per essere vita!