Il tempo come dono e memoria d’amore
Il ricordo dei nostri cari defunti dà lo spunto per una riflessione sul tempo, complice un po’ anche l’autunno che, nonostante i colori meravigliosi con cui avvolge la natura, parla di una vita che piano piano si spegne per poi riaccendersi in primavera.
Spesso usiamo espressioni che intendono affermare che siamo noi i padroni del tempo, fino, addirittura, a difenderci dagli altri che “ci fanno perdere tempo”.
Invece nessuno è padrone del tempo: il tempo è qualcosa più grande di noi e ci è donato. Quello che ci è dato di vivere, lo riceviamo come dono e lo viviamo con gratitudine; per questo non lo dobbiamo sprecare ma metterlo a profitto.
Inoltre, non è inutile ricordare che noi siamo nel tempo, ma apparteniamo all’eternità, perché siamo pensati da Dio Padre in Cristo e con Cristo, dall’eternità. Noi apparteniamo all’eternità, perché apparteniamo a Dio.
Infine, ricordando i nostri cari defunti che hanno vissuto con noi, ci hanno donato la loro presenza ed il loro affetto, li pensiamo nel tempo che non ha fine, insieme al Signore della vita, uniti a noi nella comunione dei santi, mentre ci attendono “per ritrovarci insieme a godere per sempre della tua gloria” (Pregh. Euc III) .
Come nota conclusiva, accenniamo alla tradizione della Chiesa che insegna a ricordare i cari defunti con la celebrazione della Messa, perché si compia in loro in modo definitivo il mistero pasquale di Cristo.
Alla celebrazione è legata un’offerta e qualcuno si chiede il perché.
Non è per pagare la Messa (la Messa non si compra e non ha prezzo!), ma perché la preghiera e il ricordo del defunto – soprattutto nel giorno anniversario della loro nascita al cielo - possa diventare opera di carità per chi ha bisogno o per le necessita della Comunità parrocchiale.
Il ricordo - che è un segno d’amore - diventa carità per il bene di altri. È uno dei modi migliori perché rimanga viva la memoria dei nostri cari.
Non perdiamo questa pratica di carità; continuiamo a ricordare NEL SIGNORE i nostri cari defunti.