Sabato 1 novembre 2025 • Tutti i Santi
Dio non solo è amore, non solo misericordia, Dio è anche felicità. Felicità è uno dei nomi di Dio. Così S. Agostino nel trattato sulla felicità. Agostino ha sperimentato a quale felicità Dio lo ha chiamato, la felicità che la pagina delle beatitudini oggi ci richiama.
La felicità per Gesù non è possedere ricchezze, non è vivere un piacere sfrenato, non è insomma un deturpare la nostra umanità. La felicità, invece, parte dal riconoscere la nostra mancanza e di imparare a superarla non come vorrebbe il mondo, ma secondo la logica di Dio, secondo il suo modo di vedere le cose. E quindi davanti alla prima beatitudine sulla povertà Gesù non ci invita ad ammassare ricchezze, ma invece a essere capaci di vivere la logica di Dio, cioè a puntare al suo Regno, dove ogni uomo e donna ha una uguale dignità, dove ogni uomo e donna non vengono guardati in faccia per come sono, ma per il dono unico che sono. Nella seconda beatitudine Gesù non esclude il pianto, le lacrime nel nostro cammino. Ma, ed ecco ancora una volta la logica di Gesù, non credere di superare la fatica con le tue sole forze: guarda, invece, all’aiuto che Dio ti dona e ti mette accanto, guarda a quell’angelo che ti sostiene nel cammino e ti aiuta a superare la difficoltà. Potremmo andare avanti a rileggere così tutta la pagina. Mi fermo su una delle beatitudini che ci interessa maggiormente in questo tempo, quella sugli operatori di pace. La loro beatitudine non sta nelle loro capacità di trattativa, come qualcuno crede, sta nell’essere invece Figlio di Dio, cioè nel riconoscere che io sarò sempre dentro un legame con Qualcuno, con un Padre che ama e da la sua vita per me.
Nella pagina delle beatitudini, quindi, comprendiamo chi sono i santi e cosa è la santità. I santi sono uomini e donne che hanno pienamente creduto nella felicità di vita che Gesù ha messo davanti a loro. I santi sono coloro che non hanno creduto nelle loro forze, ma invece hanno lasciato veramente spazio a Dio e hanno trovato in Lui il senso e la direzione, come Gesù che pone ogni speranza del suo cammino nell’amore del Padre e nel Padre vive e dona la pienezza del suo Amore. I santi non sono uomini e donne separati da noi, al contrario. Dio mette accanto a noi i santi perchè possiamo comprendere che la santità è la nostra meta, che la santità deve essere il desiderio di ciascuno di noi, il desiderio che il nostro mondo sia un mondo impastato di cielo, che il nostro mondo e agire sia veramente un agire che lascia spazio al modo di amare di Dio. La festa dei santi è la festa dell’innamoramento dell’uomo verso Dio, è il lasciare veramente spazio al Suo Amore, che è l’unico che può dare ancora un volto e un senso al nostro cammino.
Cantate in eterno l’amore del Signore, la sua fedeltà: così abbiamo pregato nel salmo. Questo è il senso della festa di oggi: siamo Chiesa, popolo di Dio se la nostra vita veramente diventa ogni giorno sempre di più non il canto di quello che siamo o abbiamo fatto, ma il canto di quell’amore fedele che ha dato senso e gusto alla mia vita: l’amore di Dio. Chi vive questo canto vive la strada della santità, chi vive la santità ha scoperto il vero senso della felicità!