Gente di Primavera

PENSIERO DELLA SETTIMANA

La voce di Papa Francesco che continua a illuminare la missione cristiana


Nella Giornata missionaria mondiale ci accompagna ancora la voce di papa Francesco, che aveva firmato il Messaggio per questa ricorrenza lo scorso 25 gennaio. Ne pubblichiamo uno stralcio e, a sei mesi dalla morte del Pontefice, ci mettiamo ancora in ascolto delle sue parole che incoraggiano e illuminano tutti noi, chiamati a essere discepoli missionari

Cari fratelli e sorelle!
Per la Giornata missionaria mondiale dell’anno giubilare 2025, ho scelto questo motto:
Missionari di speranza tra le genti. Tramite i suoi discepoli, inviati a tutti i popoli e accompagnati misticamente da Lui, il Signore Gesù continua il suo ministero di speranza per l’umanità. Egli si china ancora oggi su ogni persona povera, afflitta, disperata e oppressa dal male, per versare «sulle sue ferite l’olio della consolazione e il vino della speranza». Obbediente al suo Signore e Maestro e con il suo stesso spirito di servizio, la Chiesa, comunità dei discepoli-missionari di Cristo, prolunga tale missione, offrendo la vita per tutti in mezzo alle genti.
Le comunità cristiane possono essere segni di nuova umanità in un mondo che, nelle aree più “sviluppate”, mostra sintomi gravi di crisi dell’umano: diffuso senso di smarrimento, solitudine e abbandono degli anziani, difficoltà di trovare la disponibilità al soccorso di chi ci vive accanto. 
Sta venendo meno, nelle nazioni più avanzate tecnologicamente, la prossimità: siamo tutti interconnessi, ma non siamo in relazione. L’efficientismo e l’attaccamento alle cose e alle ambizioni ci inducono ad essere centrati su noi stessi e incapaci di altruismo. Il Vangelo, vissuto nella comunità, può restituirci un’umanità integra, sana, redenta.
Davanti all’urgenza della missione della speranza oggi, i discepoli di Cristo sono chiamati per primi a formarsi per diventare “artigiani” di speranza e restauratori di un’umanità spesso distratta e infelice. Siamo battezzati nella morte e risurrezione redentrice di Cristo, nella Pasqua del Signore che segna l’eterna primavera della storia. 
Siamo allora “gente di primavera”, con uno sguardo sempre pieno di speranza da condividere con tutti, perché in Cristo «crediamo e sappiamo che la morte e l’odio non sono le ultime parole» sull’esistenza umana.   

Papa Francesco


 

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