«Educarsi alla pace non è da ingenui, ma da chi crede nel dialogo»

PENSIERO DELLA SETTIMANA

Appunti dall’omelia di Mons. Delpini nella Messa per la Pace, celebrata in Duomo, il 14 ottobre


Cosa possono fare i cristiani, ciascuno di noi, per la pace, per dare almeno un piccolo segno di fronte all’orrore dei tanti conflitti che insanguinano il mondo intero? Possiamo pregare, educare ed educarci alla pace, essere profeti contro la guerra.
«Consultando gli strumenti di comunicazione, la risposta che ho trovato è che ci sono 59 guerre in atto in tante parti della terra e in ogni continente e, perciò, siamo sopraffatti da questo orrore, da questo censimento e, forse, ci lasciamo condizionare troppo dagli strumenti di comunicazione per cui ci sembra che ciò di cui non si dà notizia non esista, e invece esistono Paesi dove si muore, dove si uccide, dove si fa del male, si distrugge ogni giorno. Ci sentiamo sopraffatti da questo orrore» scandisce il vescovo Mario. Ma i cristiani, allora, cosa possono fare? «Ciascuno di noi può fare qualcosa o soltanto lasciarsi schiacciare dall’impressione di un male insostenibile, di una umanità incorreggibile?», si chiede e chiede l’Arcivescovo.
«Noi possiamo pregare, il che non consiste nel delegare a un Dio immaginario i nostri problemi perché li risolva, ma che vuole dire entrare in una relazione con Gesù, e attraverso di Lui con il Padre, perché orienti il nostro cammino, suggerisca le vie da percorrere, ci convinca a essere i suoi discepoli che camminano sulla terra annunciando “pace a questa casa, pace a voi”. Pregare, dunque, non è un esonerarsi dalla conversione e dall’obbedienza allo Spirito, ma è accogliere quello che lo Spirito ci suggerisce». Inoltre, i cristiani «e tutte le persone di buona volontà possono educare ed educarsi alla pace, formandosi una mentalità che prenda atto con realismo che la conflittualità non è estranea alla convivenza, ma che tale conflittualità, non si risolve rendendola peggio con la violenza. Occorre risolvere le inevitabili divergenze e i conflitti con il dialogo, con il confronto, con la trattativa. I cristiani possono gridare contro la guerra, esercitare un ruolo di profeti e credo che il Papa, come è nella tradizione dei nostri Pontefici, sia una di queste voci che noi possiamo fare nostra. Il Papa che ripete “Pace a voi”, perché questa pace si diffonda».

di Anna Maria Braccini
dal sito della Diocesi di Milano

 

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