Parole col cuore
Il filosofo greco Socrate passeggiava per il mercato di Atene per rendersi conto di quante cose NON avesse bisogno.
Il vangelo ci fa fare lo stesso. Pensiamo a cosa abbiamo in cantina o in solaio:
tante scatole, tanto materiale immagazzinato, meno probabilità di trovare ciò di cui si ha bisogno.
Così si confonde quantità e qualità, il tanto col buono, il grosso col grande, la ricchezza con la felicità.
Sintomo di tale deformazione è lo sbilanciamento sul “dopo”,
perché “adesso” abbiamo da fare per avere, corriamo perché ci mancano dei risultati.
Dopo lo faccio. Dopo ci penso. Dopo lo prendo. Dopo chiamo.
Dopo glielo dico. Come se quello fosse il tempo migliore.
Non capiamo però che “dopo” la priorità cambia, dopo il fascino si perde, dopo il presto diventa tardi,
dopo la nostalgia passa, dopo il cibo si raffredda e fa schifo,
dopo i figli crescono, dopo le persone invecchiano,
dopo il giorno diventa notte, dopo la vita finisce.
Il Vangelo ci invita a stare con le mani in mano.
Guardiamo quelle mani che, per ansia da prestazione, usiamo per accalappiare, strattonare.
Riconosciamo di quanto sono piene di ogni ben di Dio?! Se ti metti con le mani in mano, ti trovi con le mani giunte.
Papa Francesco ha suggerito un modo, guardando le dita.
Il mignolo è il dito più piccolo e fragile: guardandolo pensa innanzitutto a chi ha bisogno di più attenzione da te.
L’anulare è il dito dell’anello: pensa ai legami importanti, a che ti vuole bene e nel silenzio opera per il tuo bene.
Il medio è il dito centrale e più alto: pensa a chi ha un ruolo di responsabilità
e a chi lavora per il bene comune: chi protegge, chi soccorre, chi cura la società e l’ambiente.
L’indice è il dito che offre la direzione: pensa a chi insegna e a chi ogni giorno ti permette di conoscere e di informarti.
Il pollice è il dito opponibile, il solo che può stare con tutti: prega per te anche solo per saper dire grazie, per favore,
scusa a chi ogni giorno per te e con te sta sulle altre dita.
Ci sono mariti, mogli, compagni, figli, genitori, fratelli, amici, perché chi ti ama davvero sta su tutte le dita:
sul mignolo per la delicatezza, sull’anulare per la premura (chi studia pianoforte sa bene che solo se stimolato ogni giorno non tende a fossilizzarsi),
sul medio perché sente la responsabilità di proteggerti,
sull’indice per il dialogo che insegna a metterti in questione,
sul pollice per ricordarti che ciò che ti aspetti per te (e a volte pretendi) devi darlo tu allo stesso modo..