Incontri

Parole col cuore

Parole col cuore


Quando Mons. Giacomo Radini Tedeschi, Vescovo di Bergamo, nel 1909 appoggiò il primo sciopero in fabbrica, si rivelò un pastore dalla forte personalità. 800 operai e operaie della ZOPFI a Ranica bloccarono la fabbrica per 48 giorni, per la libertà di organizzazione sul lavoro, per difendere alcune operaie “crudelmente dileggiate” e per rivendicare trattamenti e ambienti più dignitosi.
Attesta il suo segretario, don Angelino Roncalli: “Era in gioco non solo il posto di lavoro e il pane, ma il riconoscimento del diritto di organizzazione sindacale. E il Vescovo entrò esplicitamente col suo obolo e colla sua parola nella causa, dichiarandosi nettamente in favore delle ragioni degli operai.
Il fatto fece impressione. Eppure si trattava di compiere un dovere di carità verso il debole che soffriva, così da ottenere il trionfo della giustizia.
Sommamente indecoroso sarebbe stato il non trovarsi d’accordo o il lasciarsi turbare dalle frasi vuote e maliziose di certa stampa, avvezza a subordinare i diritti, la dottrina e la vita della Chiesa a idee liberali ormai sorpassate”.
In punto di morte il Vescovo affida al suo segretario un insegnamento, come un padre: “Ricorda: per fare il cristiano e fare l’uomo bisogna sempre pensare in grande e guardare alto e lontano”.
Il Papa Buono è diventato santo grazie agli incontri, che giorno per giorno, nella gioia e nel dolore, hanno formato il suo volto luminoso, la forza della sua carezza, la sua furbizia diplomatica, la determinazione che ha rinnovato la Chiesa e il mondo.
È successo agli apostoli incontrando Gesù. E succede anche a noi. Capita di abitare luoghi e situazioni dove ti senti schiacciato dall’ingiustizia, dalla frustrazione, dall’incomprensione, dalla crisi, dall’insuccesso, dal non appagamento, dalla delusione per tanti sforzi che non portano a nulla.
Dio non dà soluzioni, ma offre incontri. Possono essere doni o investimenti: impreziosiscono. Possono essere lezioni, sfide, persino ostacoli: temprano. Possono essere anche negativi e far male: interpellano.
Chi non fa tesoro degli incontri, non coglie la densità della vita e si condanna a logorarsi invidiando o inquinando gli altri. Chiediamoci anche però: chi incontra me come mi percepisce? Ricordiamo che per fare il cristiano e fare l’uomo bisogna sempre pensare in grande e guardare alto e lontano.                 

 

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