La goccia che fa traboccare il vaso

Parole col cuore

Parole col cuore


Ognuno vale quanto le cose a cui dà importanza” insegnava Marco Aurelio. George Bernard Shaw vedeva l’altra parte: “Il valore di una persona dipende dal numero di cose delle quali si vergogna”.
Gli scandali della chiesa o della finanza, della politica, dello spettacolo, della cronaca hanno il rischio oscuro di distrarci dal senso originale greco (“skàndalon”) che significa pietra di inciampo, sgambetto, ostacolo subdolo, trappola nascosta, buca traditrice.
Così però ci riguarda più da vicino e scuote le coscienze su incoerenza e inaffidabilità. Perciò come dice un proverbio tedesco, “i giovani cinguettano ciò che han sentito cantare dai vecchi”.
Quando si entra nell'intimo di ciascuno, il livello dei nobili principi ricalibra il punto di tolleranza e giustificazione a livello dei propri limiti. Gesù fa guardare a mani, piedi, occhi. Ma ai “tuoi”!
C'è una degenerazione che riduce l’accarezzare a manipolare, il camminare a inseguire, il guardare a spiare. Una cancrena di occhi, mani, piedi. Per questo Gesù dice: dacci un taglio! Ferma la decadenza! Non abbassare l’asticella dei valori, la densità delle idee, il livello di allarme fino a non riconoscere più il male che fa male.
L’indifferenza al male è più insidiosa del male stesso: tragedia non è la malvagità dei cattivi, ma la futilità dello stile dei buoni, quando non c'è più la capacità di indignarsi!
Se ci si è sprecati, svalutati, svenduti, svuotati per cinismo, ansia, inadeguatezza, frustrazione, desolazione, per noia, insipienza, mediocrità, mollezza, pavidità, ci si trova senza niente di autentico da offrire. Si parla di “dono”, ma si fanno solo “scambi”: è il regalo interessato che pretende di essere ricambiato, che imprigiona nel ricatto, che soffoca nella dipendenza, o che vuole sfruttare l’altro circuendolo con promesse ingannevoli o moine illusorie.
Abbiamo un disperato bisogno di indignazione: taglia!
Per Gesù questo si fa con un bicchiere di acqua fresca da porgere, quasi a dirci: ama la goccia che fa traboccare il vaso, perché è nascosta lì dentro la forza per ogni cambiamento! Usiamo in modo nuovo mani, piedi, occhi cioè incontri, percorsi, relazioni, azioni, scelte...
10 anni fa Wislawa Szymborska poetessa polacca scriveva: “Mantenere le distanze dai pensieri tossici e dai sensi di colpa. Non mischiare i sogni con chi non ne ha mai realizzato uno. Coprirsi la bocca per proteggersi da provocazioni e ipocrisie. Far entrare aria pulita e spalancare le vedute strette. Evitare contatti con qualunquisti perbenisti, con pressapochisti sempre in cerca di una scusa e con gli adagiati sul divano dei lamenti. Farsi contagiare solo dagli inquieti, dai poeti, dagli acrobati del possibile, da chi non vede l’ora. Se non ne conosci, cercali! È gente che vuole vivere!”

 

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