Io sono con voi

Su ali d'aquila

Domenica 1 giugno - Ascensione del Signore


Quante emozioni gli undici e le donne che erano con loro hanno vissuto in quei 40 giorni dopo la Pasqua di Gesù. Il ritratto condensato che Luca ne fa nei suoi due libri sembra suggerirci che le emozioni erano tante a tal punto che lo stupore portava a dubitare se veramente quell’uomo era Gesù di Naareth, l’uomo che per tre anni aveva cambiato, sconvolto le loro vite.

Ad una lettura attenta di questo vangelo che abbiamo proclamato nella seconda domenica di Pasqua, ci accorgiamo che in quei giorni Gesù non ha risolto i dubbi della fede dei discepoli, non gli ha dato una conoscenza piena e forte. Rimangono con domande, chiedono quando si compirà l’Israele promesso ai profeti, rimangono addirittura con tratti passati della loro storia.

Eppure c’è un dato che ci sorprende. Nel momento in cui Gesù ascende al cielo e li benedice, la paura, la tristezza di perdere di nuovo il Maestro si tratta in una gioia che loda, una gioia che benedice e rende grazie!

La Parola di questa solennità ci ricorda che la fede non è la risposta ai nostri dubbi, non è la risoluzione ai problemi della vita. Il passo della fede, invece, è il coraggio di lasciarsi amare nelle proprie mancanze e debolezze, è il lasciarsi amare nelle proprie ferite e domande, è un abbandonarsi fiducioso a quelle mani segnate e piagate dal male, eppure capaci ancora di credere nell’uomo e nel bene che è: le mani di Cristo, il crocifisso risorto. Nel suo ascendere Gesù scende nella profondità del nostro cuore, illumina il nostro cammino perchè non sia un cammino sterile, che si fissa su un momento, ma capace invece di nuovi passi e di nuovi sguardi!

Gesù non blocca i suoi discepoli e noi sulla sua figura terrena, no. Gesù invece sparisce per essere una nuova presenza ancora più viva, la presenza dello Spirito, capace di pungolare il nostro cuore, di provocarlo a saperlo riconoscere presente nel bene che sempre ci circonda, a saperlo riconoscere come una presenza viva che trasforma la vita dell’uomo rendendola capace di portare il come di Gesù. Un come portato in maniera diversa, con diversi carismi, ministeri, ma in questa diversità nel desiderio di suonare la vera melodia di una chiesa unita e veramente libera non da affanni e problemi del mondo, ma libera nel senso di essere capace di esprimere con franchezza e verità, senza compromessi, la forza della Pasqua di Gesù.

La tua promessa risuona/ nei nostri cuori, Signore: non saremo più soli, fino alla fine del mondo, Io sono con voi! (inno preti 2022) questa è la certezza su cui continuare a camminare per continuare a essere discepoli del Signore e portatori del suo vero messaggio di salvezza: la Pace, l’amore che salva sia sempre con voi!
 

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