Domenica 25 maggio 2025 - VI Domenica di Pasqua
La vostra tristezza si cambierà in gioia. Il desiderio di Gesù è già iscritto in queste parole che abbiamo ascoltato: la Parola che Dio desidera per ciascuno di noi non è una parola di morte, ma una parola di vita, di una vita che vince la morte.
Quante volte ci abbattiamo, quante volte cadiamo nello sconforto, quante volte rischiamo di entrare nel vortice della solitudine che ci isola e ci rende ancora più soli. Perché aspetti? Perché fai così? ci domanda Dio in questa VI domenica di Pasqua. Non sei orfano, non sei solo! Gesù sa che non possiamo rimanere soli, non siamo stati creati per essere soli, ma per essere sempre relazione e legame. Ed ecco il grande dono che Gesù nella sua Pasqua ci lascia, il dono dello Spirito di verità!
Che cosa è la verità? chiederà Pilato a Gesù nel momento della Passione. La risposta Gesù la darà solo nel momento della sua morte in croce: Padre! La verità è che davanti agli occhi di Dio non siamo schiavi, non siamo uomini qualsiasi, siamo figli, siamo amati. E l’amore di Dio non è strapparci dal male, non è evitare il male, ma saperlo affrontare insieme. Dio non chiude le porte all’amore, anzi, le apre e le spalanca tutte. Dio non ci imprigiona in un sistema chiuso, ma in un sistema aperto. Si fida di noi, crede nelle strade di vita che possiamo creare nell’ascolto del suo Spirito e della sua vivacità. Che in Dio si scoprono nuovi mari quanto più si naviga (Luis De Leon). Che nel Vangelo scopri nuovi tesori quanto più lo apri e lo lavori.
Dio ci riveste del suo sacerdozio! Non guarda al male che abbiamo fatto e commesso: scommette tutto su di noi, non smette di donarci quello Spirito che dice chi siamo noi: ognuno con il suo dono fa risplendere il suo sacerdozio battesimale, che non schiaccia il dono dell’altro, ma nell’insieme lo fa fruttificare portando e credendo soprattutto nella bellezza del crescere sempre uniti, insieme, nella gioia del vero bene! Chi dice sempre IO, non sta guardando al vero bene della Chiesa, come desidera Dio.
Il nostro sacerdozio battesimale, tuttavia, ha bisogno del sacerdozio dei presbiteri, chiamati a donarci nella Parola e nell’eucarestia il nutrimento che è Gesù, perché il nostro viaggio, come ho detto, non cada nelle tempeste dell’autoreferenzialità, ma guardi sempre a Gesù e creda, investa sulla verità che Lui ha voluto donare a ciascun uomo: che l’ultima parola della nostra vita non è la tristezza, ma la gioia, la gioia di essere noi la sua vita e la testimonianza del suo Spirito che è amore nel Padre.