Ri-nascere

Su ali d'aquila

Domenica 6 aprile 2025 • V Domenica di Quaresima


Tanti volti e pensieri mi risuonano nel cuore davanti a questa pagina di Vangelo nella domenica di Lazzaro. Pagina che ci apre ancor di più il cuore perché Gesù, il figlio di Dio, piange, si commuove profondamente, rimane turbato davanti al dolore di due sorelle che amava. Anche noi ci sentiamo come Gesù quando vediamo la sofferenza di persone e amici a cui vogliamo bene nei momenti tragici della vita. Penso a quei fratelli e sorelle che hanno perso un loro caro in questi mesi, penso a coloro che hanno vissuto un momento di dolore e di prova e lo stanno ancora affrontando. Penso anche a quelle persone che nella loro sofferenza interiore non riescono a parlare, a tirare fuori quello che hanno dentro, per paura che il buio che già vivono diventi ancora più forte e grande. Non solo il buio della sofferenza per un loro caro, ma anche il buio per il momento attuale di crisi economica, il buio di chi non sa che strada prendere e scegliere di fronte a un momento no in casa, in famiglia, il buio della solitudine che porta a vedere la nostra vita come morta, come chiamata a morire.

Che cosa possiamo fare come comunità, come cristiani per questi amici? Gesù nel vangelo ci insegna l’arte della compassione, l’arte di quella vicinanza che si fa prossima, che si fa compagna di viaggio, fino a vivere il pianto, le lacrime, fino a condividere la tristezza per la morte di Lazzaro. Gesù piange perché ama: ama Lazzaro e le sue sorelle, ama questa famiglia che lo ospitava nei suoi pellegrinaggi verso Gerusalemme. L’amore che si fa prossimo, vicinanza è la vera speranza per la nostra umanità triste e sconsolata, per la nostra umanità abituata, ossessionata dalla morte, incapace di vedere la bellezza della vita che c’è, che viviamo, che assaporiamo ogni giorno.

Non solo. Gesù nel vangelo ci insegna a dire il nostro BASTA di fronte alla morte e grida a ciascuno di noi: vieni fuori! Sì vieni fuori da questa tristezza che non ti appartiene, vieni fuori da quei sottorifugi nei quali sottovaluti e metti da parte la tua storia, dimenticandoti l’amore che Dio ha per te e che ti ha rivelato nelle persone a te care. Vieni fuori da quella paura che paralizza in bende sterili la tua voce, il tuo respiro, la bellezza unica che tu sei! Vieni fuori!

Uno sguardo, una voce carica di vita, di vita eterna: questa è la gloria che Gesù rivela, il volto del Padre che si fa prossimo a noi e che desidera solo questo per noi, la vita eterna e piena nel suo Amore. Un desiderio e un sogno per tutti, non solo per alcuni, o per quelli che se lo meritano, per tutti.

La croce del rinascere ci invita in questa settimana a soffermarci su quante volte Gesù ci ha strappato dalle nostre morti. Quante volte attraverso anche episodi normali della vita Gesù ci ha invitato a un passo di cielo, a un passo di vita vera! La Chiesa è la comunità di coloro che credono veramente in questa vita vera. La Chiesa non è la comunità di chi sperpera parole che sanno di pettegolezzo e di male, ma che dona solo e soltanto parole di cielo, parole di vita, parole di un volto che ama la storia, che non giudica, che non critica, che si fa vicinanza prossima e in questa vicinanza invita i fratelli e sorelle a vivere l’abbraccio della Parola che è la nostra salvezza e la nostra vera speranza: Gesù Cristo. In lui possiamo essere Chiesa della Pasqua, Chiesa della rinascita, Chiesa della vita salvata, amata, discepoli che sanno donare il Suo volto misericordioso a chi nella storia e vicino a noi grida aiuto, piange e soffre. A loro tu sei mandato, perché oggi tu sei la loro speranza, il volto e la voce che può strapparli dalla morte per vivere nella Parola che ti ha salvato, che ti ha amato, che ha rivelato a tutti la sua gloria e il senso della sua missione: Gesù Cristo.
 

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