Ri-animare: la porta del cielo

Su ali d'aquila

Domenica 19 gennaio 2025 • II dopo l'Epifania


Il giubileo della Speranza è iniziato con il gesto del papa di aprire la porta santa di San Pietro. E pian piano, passando anche dal carcere di Rebibbia, si sono aperte le porte sante delle altre tre basiliche papali di Roma e le porte significative per le nostre diocesi.

Oggi la Parola ci presenta la prima figura che ha aperto la porta santa della Vita per sempre. Non è un papa e nemmeno un uomo, ma è Maria. Maria in una litania viene definita ianua coeli, porta del cielo. Sì a Cana di Galilea Maria spalanca la porta del cielo interpellando il Figlio Gesù.

Nella sterilità del banchetto senza vino, Maria come la regina Ester comprende che è necessaria una nuova ora, un nuovo tempo che superi la sterilità della legge di Mosè, che superi la tendenza al disfattismo e alla negatività. L’ora nuova è Gesù, il suo legame con il Padre, il suo essere figlio, il suo rivelarsi pienamente a noi.

Dalla freddezza di quelle sei anfore che narrano la sterilità e il rischio di perdere ogni senso e direzione, compreso il senso di chiedere perdono dei peccati, Gesù compie il miracolo più bello: trasforma un acqua che serviva per purificare le colpe nel vino che allieta, che da gioia allo sposalizio, ma soprattutto che è buono!

La bontà del vino dice quanto a Dio stiamo a cuore: Dio non compie mai gesti di scarto, gesti esclusivi per. Dio dona sempre una novità che cerca di valorizzare il passato, dando però gusto e sapore al presente! Come Maria allora siamo chiamati a essere anche noi testimoni di quella speranza che solo Dio può donare: il sapore di una vita nuova, di una vita autentica, di una vita che non ha paura di abbracciare la verità. E la verità del nostro cammino è che noi tutti siamo chiamati alla gioia dell’essere santi e guidati da quella forza dello Spirito che ci spinge su vie nuove di conversione, sulle vie dello Spirito che desiderano darci un sapore nuovo che sappia vincere la rassegnazione, la monotonia, l’adagiarci al sentirci una minoranza.

A Maria, porta del cielo, chiediamo il dono del vino nuovo, ma soprattutto il dono del sapore nuovo, sapore che ci aiuti a dare gusto a questo tempo, perché sia un passaggio dalla freddezza e dall'”isolarci”, a un tempo dove far brillare il rivelarsi di Gesù, vera speranza dell’uomo e vero centro della sua vita.
 

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