Ri-creazione

Su ali d'aquila

Domenica 12 gennaio 2025 • Battesimo del Signore


In questi giorni stiamo vedendo la potenza distruttiva del fuoco. Immagini terribili ci vengono dall’America e dal mondo, soprattutto nei paesi di guerra. Il fuoco è capace di distruggere, di creare alla fine un deserto. Quante volte, però, dalla cenere può sorgere sempre qualcosa di nuovo, una nuova fecondità. Così allora possiamo rileggere il battesimo di Spirito Santo e fuoco che Gesù è venuto a donarci: il Signore ci strappa dalla cenere, dalla desertificazione che il peccato genera, per rigenerarci, per ricrearci, riplasmarci.

Il tempo del Natale che si conclude oggi con la festa del Battesimo di Gesù ci ricorda proprio questo: Dio non smette di continuare la sua opera di creazione. E di fronte al male e alle resistenze del suo agire di grazia, Dio continua a ripensarsi, continua cioè a compiere e cercare azioni di bene che aiutino il cammino dell’uomo intero. Il suo Spirito continua ad alleggiare sulle acque, non rimane piegato alla tentazione di inabissarsi nella morte. Tutt’altro: Dio si mette in gioco nel Figlio, camminando accanto alla nostra umanità fragile e debole.

Gesù non aveva bisogno del battesimo per la remissione dei peccati, eppure desidera riceverlo: perché? Perché in quella ricezione del “battesimo di acqua” di Giovanni, Gesù svela il senso pieno del suo Ministero, confermato dal Padre con il dono dello Spirito: la salvezza di Dio si apre alla nostra umanità stando in mezzo ad essa, condividendo i suoi passi di conversione. Ed è questo stare in mezzo di Gesù che da una parte rivela chi desidera veramente abbracciare la verità insita nella nostra vita, dall’altra rivela chi desidera essere autentico costruttore di pace, abbattendo ogni muro e divisione, aprendo porte di incontro, di dialogo, e soprattutto di quell’ascolto che non desidera dare risposte, ma vuole essere una presenza viva, una presenza vicina, una presenza che abbatte il muro della solitudine.

Il tempo dopo l’Epifania che iniziamo con oggi ci ricorda proprio come la Chiesa è nella sua attualità odierna manifestazione di questo amore di Dio che si è fatto vicino in Cristo. Ma se siamo divisi, se siamo sempre in guerra a difendere il nostro punto di vista, se siamo cristiani che banalizzano ogni gesto che cerca di essere vicinanza all’uomo, che cerca di attualizzare il messaggio del Vangelo oggi, come potremo essere credibili? Come potremo essere l’edificio fondato sulla pietra d’angolo che è Cristo? Se non ci lasciamo incontrare da Gesù, se non ci lasciamo veramente provocare dalla sua divinità che come porta aperta ci invita ad affidargli la nostra povera umanità, come potremo essere credibili? Questo è il cristiano: è colui che abbatte i muri, genera pace, apre le porte della vita alla fraternità e alla comunione perché si è abbandonato, si è fidato dell’amore di Cristo, amore che crea, che genera, che è capace di soppiantare e di ricostruire. L’amore non mette difese, si ripensa, si riprogetta sempre, perché mette al centro la Vita e non la morte e la distruzione.

Chiediamo di avere questo sguardo di vita e di speranza verso tutti e verso il cammino di Chiesa che siamo chiamati ad attuare in questo tempo, perché anche questo anno santo sia occasione per riscoprire il volto di Dio, la sua vicinanza unica che è nostra speranza.
 

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