Il nuovo altare

APPIANO GENTILE

Per rinnovare l’alleanza con Dio e tra di noi


In data 16 febbraio 2024 è stato commissionato ad un architetto con vasta esperienza professionale e comprovata competenza liturgica, un incarico progettuale per provvedere ad una configurazione fissa del Presbiterio – auspicata già dal Card. Martini - in luogo di quella attuale (rimasta provvisoria, perché adottata secondo le prime indicazioni del Concilio Vaticano II).
Il Consiglio degli Affari economici, presa visione dei primi abbozzi di progetto dell'arch. Pavoncelli:
  • ha concordemente approvato l’impostazione conosciuta in linea di massima, 
  • ha chiesto collaborazione per avere il parere di altri architetti e di storici del posto, 
  • ha incoraggiato ulteriori ricerche su documenti conservati in archivio.
Sulle ipotesi lasciate aperte (ad es. circa le balaustre, la sede centrale,...) siamo in grado di proporre soluzioni diverse, che saranno vagliate
  • prima in Commissione di Arte Sacra della Curia,
  • poi approvate dalla Soprintendenza in via definitiva.
Questo lavoro ipotizzato da tempo è sostenuto dalla disponibilità di alcuni benefattori, che si sono già detti favorevoli, nonché dalla nota generosità di tanti fedeli che “ci tengono” alla bellezza della chiesa, sentita come una “seconda casa”.

Anch'io, pensando al mio cinquantesimo di ordinazione, desidero partecipare con voi a questa “impresa” che resterà nella storia del nostro popolo. 

Collaborando ciascuno a suo modo, nel nuovo altare esprimeremo il nostro amore per il Signore e la gioia di essere comunità fraterna, una Chiesa unita, libera e lieta, come ci esorta ad essere il nostro Arcivescovo!

Qui c'è “la vera perla preziosa”, per la quale siamo disposti a vendere tutto. A persone disincantate, che ormai non attendono più nulla dalla vita, presentiamo, col sacrificio che si rinnova sull'altare, la morte della morte, perché il Risorto che spezza il pane della Parola, ci offre tutto se stesso perché ha a cuore la vita, la gioia, la salvezza di tutti!

Mi auguro che il rinnovo dell'altare e dell'ambone sia come un lampo di fulmine che elettrizza la comunità, la mette in ripensamento e la rende segno credibile per il mondo, sull'esempio di S. Stefano, primo martire, che muore come Gesù e per questo partecipa della sua stessa gloria.

don Erminio

 

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