Domenica 29 settembre 2024 • V Domenica dopo il Martirio
Quante volte capita di sentire i nostri nonni che dicono “ai miei tempi”? Lo dicono con una certa nostalgia, lo dicono facendo un confronto, che non sempre sembra accogliere il cambiamento in atto. Anzi, alcune volte sentiamo dire da loro come il mondo peggiora, come il loro mondo giovanile era meglio del nostro.
La Parola di questa domenica sembra racchiudere dentro un invito rivolto a tutte le età, un invito a tutti i giovani di ieri e di oggi. Papa Francesco nella Christus Vivit ricorda che il cuore giovane non è solo il cuore di una persona che a livello anagrafico è giovane, ma è anche il cuore di chi già adulto o anziano comunque è rimasto giovane, è rimasto cioè capace di cogliere e di leggere il tempo con le sue sfide, con i suoi pregi, i suoi difetti, ma sempre cogliendo una porta che si apre con speranza.
Tutto cambia, il motto dell’oratorio di questo anno pastorale, sembra quindi anzitutto ricordarci questo: cambiano le stagioni, cambia il tempo, ma c’è una cosa che non cambia mai, una presenza che rimane sempre viva, sempre costante, una provocazione continua per noi. Questa presenza viva è Gesù che ad ognuno di noi, come quel giorno al dottore della legga, invita a saper cogliere ogni attimo e istante della nostra vita per essere un segno autentico del suo Amore per l’uomo. Se in tutti i tempi ci sono stati uomini indifferenti alle sofferenze e alle fatiche degli altri, così però in tutti i tempi ci sono stati uomini che come il buon samaritano con le loro piccole scelte hanno cambiato il cuore di uomini feriti e tristi, trasformandolo in una cattedrale dell’amore di Dio. E così, ad esempio, Francesco d’Assisi che di fronte al lebbroso che medicava fuori dalle mura della città, si avvicino, baciò le ferite, e diede il suo mantello a quel povero. E così il Beato Giovanni Paolo I che a due giovani, che erano saliti sulla sua macchina per un passaggio verso Venezia, dove lui era diretto per diventarne vescovo, indicò a loro come il più grande rivoluzionario era Gesù, con la sua rivoluzione dell’amore. E la risposta dei due giovani fu “Sarebbe bello averla come vescovo”, non sapendo che quel prete era il loro nuovo vescovo.
Tutto cambia se impariamo a credere nella forza dell’amore. Forza che ci ha donato la vita, forza che se abita ogni centimetro della nostra pelle e della nostra esistenza (il pendaglio e le parole della legge che l’israelita doveva portare con sè) può veramente cambiare l’uomo, rendendolo cooperatore dell’azione creatrice di Dio e non distruttore.
Tutto cambia se tu giovane imparerai a coltivare la pienezza dei tuoi talenti, non solo però in quello che ti piace, ma anche nei contesti di vita che tu abiti e desideri vivere.
Tutto cambia se tu genitore, nel solco dell’amore che ha dato la vita ai tuoi figli, sarai capace di quell’amore che non accondiscende ne ai capricci di tuoi figlio, ne soprattutto alle logiche del mondo che mettono al centro la rivalità e un falso successo che è sterile perchè nega alla fine il sapore della libertà sana e genuina che diventa il terreno buono per un agire educativo serio e vero!
Tutto cambia se tu nonno, nonna non smetterai di raccontare con la tua vita come la forza di Gesù non è solo la bella preghiera che recitiamo davanti alla sua Presenza, ma la forza di Gesù è quella vita che ti ha permesso nei momenti di fatica di superare ogni dolore, ogni smarrimento, è la forza che ti ha permesso oggi di essere una testimonianza preziosa che incoraggia ad essere uomini e donne di vita, uomini e donne di pace.
Tutto cambia se impareremo a rivestirci dell’Amore di Gesù, di quell’amore che rilegge il cambiamento, accoglie nuovi propositi, condanna il male e orienta sempre al vero bene: che tutti si posano sentire figli, che tutti possano incontrare uomini e donne, ragazzi e ragazze che come il buon samaritano, nel viaggio della vita siano una porta di speranza, una porta che apra sempre alla bellezza della vita e della forza che anima ogni viaggio: l’amore di Cristo.
Ed è con questa forza, con questa gioia nel cuore, che anche noi con tutta la Chiesa ci mettiamo in cammino per il giubileo 2025, perchè, passando dalla porta santa di San Pietro e delle altre basiliche e chiese giubilari, il nostro cuore sappia sempre riconoscere Gesù e sappia trasmettere l’amore che abbiamo ricevuto, amore che cambia il cuore dell’uomo!
L’amore non è un impegno di mettere, ma è il vero e autentico modo di vivere e di essere VIVI e FELICI! Mettiamocelo bene in testa e camminiamo così: meno impegni, più amore, cioè più spazio a Gesù! Questo è il giusto modo per cominciare un anno in oratorio, ma meglio, per essere uomini e donne della vita vera!