Nella pagina della vita

Su ali d'aquila

Domenica 26 maggio 2024


Quante volte anche noi come Mosè vorremmo dire a Dio “Mostrami la tua gloria, mostrami il tuo volto”. Mostrami il tuo volto, così che possa veramente credere; mostrami il tuo volto, così che io possa dire che tu esisti veramente; mostrami il tuo volto nel momento del bisogno, così che possa avere fiducia in Te.

Perchè allora dai tempi di Mosè a noi, Dio non sembra soddisfare la nostra richiesta? Certo l’ha soddisfatta nel tempo in cui Gesù è stato in mezzo a noi, ma allora perchè noi non possiamo vedere il tuo volto Gesù, cos’è questa ingiustizia?

La risposta ce la da Gesù stesso nel Vangelo di questa domenica, nel lungo discorso dell’Ultima cena giovannea, dicendo alla fine cosa hanno vissuto nel loro cuore i sacerdoti, farisei, scribi e loro discepoli: mi hanno visto, hanno visto ciò che ho compiuto, ciò che tu desideri, ma non mi hanno creduto. Non basta vedere per credere, non basta toccare o ascoltare fisicamente per credere… che cosa allora basta?

Basta un cuore che sappia aprirsi al soffio dello Spirito!

Questa è la risposta che Gesù dona ai suoi discepoli quella notte. Un cuore che lasciandosi guidare dallo Spirito sappia andare oltre al fisico e razionale, sappia veramente leggere il suo cuore e quello delle persone che ha accanto, e nel leggerlo, saper compiere con amore quei gesti che solo un padre e una madre possono compiere, sappia vivere quei gesti che solo un figlio amato può ricevere. E’ nel saper leggere le righe di amore vero che lo Spirito scrive nel nostro cuore e nel cuore degli altri che allora posso riconoscere il volto di Dio.

  • Il volto del Padre, in tutte le persone che mi amano sostenendomi, incoraggiandomi, correggendomi guidando i miei passi verso il vero bene, verso una pienezza di vita. E’ il volto dei miei genitori, dei miei nonni, di quella catechista e maestra, di quel prete che mi ha accolto in oratorio, è il volto di quell’animatore con cui non vedo l’ora di vivere una nuova esperienza estiva;
  • il volto del Figlio, nel lasciarmi amare e condurre verso la verità di quello che sono, rifiutando le immagini false che chi non mi vuole bene vuole impormi. Io, la mia storia, la mia vita, fatta anche di insuccessi e di momenti no, questa storia sono e io la amo, perchè io sono unico, e nella mia unicità il Padre ama la mia vita: questa è la forza che ha permesso a Gesù di stare e non di scappare dalla croce, di stare e di essere e non di fare il Figlio di Dio, di essere Gesù, l’uomo di Nazareth, il Figlio di Dio!
  • il volto dello Spirito che mi invita ad avere coraggio di testimoniare con la vita e le azioni ciò che sono, di essere una nota discordante con le mode del mondo, ma in armonia con il come Dio ci guarda: con amore, con lo sguardo di amore che un bambino ha verso i grandi che gli vogliono bene e viceversa.
In questa festa della Trinità, nella prima giornata mondiale dei bambini, ritorniamo ad avere un cuore da bambino, un cuore che sappia veramente riconoscere dove sta il vero bene, cosa veramente manca, cosa è veramente necessario, un cuore che nella sua ingenuità sa tendere alla verità e sa ancora una volta lasciarsi stupire da quel volto di Dio che ha incontrato lungo la sua strada, il suo cammino e nel suo cammino… e noi in quale volto abbiamo incontrato il volto di Dio? Questo è il motivo per cui dire grazie, questo è il nostro sincero amen, il sincero riconoscere che Signore tu ci sei e credo che ti riveli nella pagina più bella di un libro che devo ancora scoprire con te: la pagina della mia vita!
 

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