"Servire"... per un noi

Su ali d'aquila

Domenica 08 ottobre 2023 • VI dopo il Martirio di Giovanni


Con inutile il dizionario definisce una persona che non arreca vantaggio, una persona infruttuosa, insignificante dal punto di vista produttivo o della situazione in corso. Inutile è una persona inadeguata a un certo compito, inconcludente. Quante volte ci sentiamo inutili? Quante volte sentiamo il giudizio degli altri che ci chiude dentro a questa definizione? Purtroppo questo giudizio così critico è tipico del nostro mondo, che guarda la persona solo in base alla sua capacità di produzione e quindi, quando vive l’anzianità ad esempio, si reputa inutile quando non può compiere più tante cose. Questo giudizio però nasce anche dentro di noi quando una situazione ci sfugge di mano, quando oramai ci sentiamo lontani e non più capaci di aiutare a un discernimento. Alcune volte avviene per fatti esterni continenti, altre volte sono impressioni negative che ci distanziano dal dono che siamo.

La domanda che sorge spontanea è: Gesù ci considera così? Il Figlio di Dio venuto a salvare l’umanità ci giudica così? Dobbiamo contestualizzare il vangelo di Luca. Con questo vangelo Luca si sta esponendo alle guide della comunità cristiana, e quindi Luca riporta le indicazioni che Gesù ha dato per essere guide nella comunità, per essere accompagnatori. La guida non esercita un potere sopra gli altri, non vive dell’arroganza del potere temporale di ogni tempo: la guida saggia in silenzio serve la sua gente, la serve senza chiedere nulla in cambio, senza chiedere l’utile. Inutile vuol dire non chiedere l’utile, non chiedere cioè niente in cambio, perché la mia gioia, la mia felicità sta nel vedere la tua felicità. Siamo in un tempo dove manca questa gratuità, sembra che tutto sia dovuto. E un tempo così crea tanta solitudine. Quanta paura abbiamo a raccontarci? Abbiamo paura perché temiamo che il nostro racconto diventi chiacchiera a buon mercato, abbiamo paura perché non crediamo tanto nell’ascolto. Invece una comunità fondata su Cristo incentra il suo servizio anzitutto sulla capacità di ascoltare e parlare, non di essere giudicato. Chi vive a maggior ragione dentro a servizi educativi della comunità, che sono anche i servizi di relazione con la gente, deve essere capace di questo ascolto fine, di questo ascolto che guarda sempre al bene che è l’altro e nel suo bene a quanto amore Cristo in questa persona rivela anche per la mia persona.

Chi serve i fratelli non si arrende di fronte alle catene della sofferenza, del rinnegamento, del rifiuto. Continua ad amare, continua a servire perché vede la promessa di un futuro che sa di Vangelo. Nel nostro modo di guardare le cose dobbiamo domandarci quanto il nostro sguardo sa di un futuro evangelico, di uno sguardo che con l’atteggiamento del vangelo valorizza non il suo IO, il suo piglio, il suo talento, ma il noi, perché io non sono indispensabile! Chi crede nella comunità investe su un noi, mai su un io sterile, perché il suo IO si affida a quel DIO che ha amato tanto il mondo da piegarsi al nostro male e al nostro rifiuto, per amore!

Non io, ma DIO! Queste quattro parole di Carlo Acutis, il beato a cui affideremo alla sua protezione la nostra pastorale giovanile e l’oratorio di Veniano la prossima settimana, dicono tanto. Carlo nonostante la leucemia fulminante fino all’ultimo giorno ha guardato non a sé, ma agli altri, donando consigli per la sua mostra sui miracoli eucaristici, mostra che doveva aiutare il nostro tempo a capire il senso dell’eucarestia, ha aiutato i poveri, non ha smesso di donare il suo aiuto e sorriso agli altri… non io, la mia salute, ma Dio, perché questo è Dio. Nel volto di Carlo risplende la perseveranza di Giobbe che non smette di credere alla fedeltà dell’amore di Dio, di un Dio che non sottomette l’uomo, ma di cui si mette a servizio, anche con il silenzio.

Siamo strumenti dell’amore di Dio se lasciamo risplendere in noi la sua divinità che si è rivelata in noi nel Figlio: rimanendo fedele non al proprio tornaconto, ma al senso del suo essere, cioè amando servendo, amando solamente per amore!
 

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