Domenica 12 ottobre • VII Domenica dopo il Martirio di S. Giovanni
Pensiamo a un momento in cui lo stupore e la meraviglia hanno preso spazio nel nostro cuore! Penso che dopo un primo momento di orientamento, la gioia ha preso il sopravvento. Non il calcolo, la gioia, la gioia della vita. Questa gioia dovrebbe essere la melodia della nostra vita, la melodia di quello stupore che si lascia sorprendere e incantare perché nelle piccole cose di tutti i giorni trova un messaggio di bene!
E così che si aprono davanti a noi le tre parabole di questa domenica. Le prime due ci suggeriscono due episodi diversi. Il primo quando ci capita di trovare qualcosa di inaspettato, il secondo quando noi cerchiamo qualcosa di unico. Stupore e desiderio: due moti del cuore che ci raccontano però in queste parabole una scelta radicale. Trovata o scoperta la cosa preziosa, i protagonisti delle due parabole vendono tutto, cioè abbandonano tutto per ciò che ha dato veramente gioia alla loro vita. Non solo vendono oggetti materiali, ma direi che abbandono ogni logica di potere e di calcolo: la loro vita riposa e trova pace in ciò che dona fiducia salda. Chi ha incontrato Gesù come discepolo (e Matteo ci dice ciò nelle ultime righe del vangelo di oggi) non lo abbandona più se è discepolo, perché in lui e nel suo modo di annunciare e trasmettere l’amore del Padre ha trovato pienezza di gioia e di senso nella vita.
L’ultima parabola con l’immagine della pesca e della selezione dei pesci ci invita a un altro passo. Lo sguardo di chi sente l’amore di Dio e lo riconosce nella sua vita nelle piccole cose di tutti i giorni sa riconoscere il bene e il male. Pensate alla meticolosità dei pescatori, che stanno lì a selezionare i pesci. Imparare a deciderci su cosa è bene e male è una nostra scelta e responsabilità: nessuna pace e nessuna vera azione di bene nasce da un compromesso. Il Vangelo e la Parola ci invitano a deciderci in un bene alto e per un bene alto. Il bene alto che abbiamo ricevuto è lo stesso Spirito di Gesù che Gesù ci ha donato nel suo estremo donarsi per noi, perchè in tutti noi sentissimo l’amore del Padre e in questo amore sapessimo scegliere. La meta del bene alto, invece, è la fraternità universale di tutti: tutti insieme!
La meraviglia e lo stupore per il bene possono essere un vero antidoto al male di ogni tempo se però veramente impariamo a lasciare agire in noi Gesù e il suo spirito. Spirito che alza il nostro sguardo al vero bene e che lascia dimorare in noi il desiderio di quel bene che dona continuamente gioia nel cuore di tutti, amore vero che nutre il cammino del mondo e il cammino dell’uomo. L’inno di gioia della Parola di questa domenica sia un inno di speranza e pace per il mondo intero.