Parole col cuore
Se si raccogliessimo 100 formiche nere e 100 rosse e le mettessimo in un vaso di vetro, non succederebbe nulla, ma se il vaso fosse scosso con forza, le formiche inizierebbero ad uccidersi a vicenda. Le rosse crederebbero che siano state le nere ad attaccare e le nere viceversa, quando il vero nemico è chi ha scosso il vaso.
Lo stesso vale per la società. Ci si prende a sberle con parole urlate, atteggiamenti irascibili, scatti collerici, messaggi velenosi. Non ci piacciamo neanche noi. E non si pensa a chi ha scosso il vaso.
L’unica soluzione è che una “formichina” osservi la realtà, si faccia domande e dica al vicino: “Io non ci sto più! Voglio volermi bene. Ma perché devo farmi complice di questo clima asfittico?".
Qualcun altro comincia a pensarci e la trasmette come propria. Un minuscolo virus ha condizionato il mondo, ammalandolo; una piccola scelta di bene può contagiare tutti, guarendoci.
Ecco il senso delle parole evangeliche: parla chiaro: sì o no e porgi l’altra guancia!
Questa idea è sostenuta anche da una ricostruzione storica. Nell’antichità un padrone poteva schiaffeggiare uno schiavo, ma “a rovescio” col dorso della mano per non “sporcarsi”, a livello umano per disprezzo e anche religioso per impurità.
Porgere presumibilmente la sinistra era un grande gesto di dignità e libertà per lo schiavo, perché significava costringere il padrone a ricolpire di ritorno (col palmo della mano) e a “sporcarsi” le mani, cosa che un religioso benpensante non avrebbe mai fatto.
Il voltare il viso dall’altra parte per porgere la guancia opposta era il modo per impedire all’aggressore di colpire ancora, per interrompere un sistema di sopruso e di violenza, per costringere il prepotente a mettersi in questione.
Poi comunque c’era sempre il prepotente egocentrico che se ne infischiava dell’impurità e di sporcarsi di sangue o da furbo usava il dorso dell’altra mano per essere a posto.
Quel gesto significa impedire alla negatività di avere il sopravvento: un passo indietro è un traguardo in avanti. L’amore ha 2 guance: la scoperta di ciò che rende simili e il rispetto di ciò che fa diversi. Porgi l’altra guancia e fai agli altri quello che vuoi sia fatto a te, perché con la misura con cui misuri sarai misurato, ci dice Gesù. (NB: non è “NON FARE agli altri”, come diciamo sempre noi, ma “FAI AGLI ALTRI” che è molto più tosto e implicante).
Forse devo cominciare a porgere l’altra guancia a me stesso, guardando la realtà in modo diverso, come la formichina, perché a volte il primo nemico da amare sono io stesso. Le uniche coppie che durano di più sono quelle dove uno dei due riesce a fare un passo indietro. Invece è un passo avanti”