Domenica 4 maggio 2025 • III Domenica di Pasqua
Negli scorsi giorni la Spagna, il Portogallo e il lato meridionale della Francia hanno sperimentato un forte black out durato ore. Gente in ricerca di mezzi e di connessioni internet, gente che si è fatta ore a piedi per tornare a casa, caos, confusione, domande, incertezze: questo crea il buio. E la confusione esterna è immagine di quella interiore, è immagine dell’uomo di questo tempo, in ricerca sì, ma incapace di comprendere che la vera via di salvezza non sta in sé, nel proprio mondo, nel proprio io.
Negli scorsi giorni mi trovavo in Chiesa perché alcuni ragazzi stanno studiando l’abside romanico. Fuori il solito caos di ragazzi che “deturpano” la bellezza storica che i nostri padri ci hanno lasciato, segno della ferità educativa di questo tempo e della indifferenza delle istituzioni. E mentre i nostri ragazzi mi salutavano, una donna piccola e gracile si avvicina e mi chiede la possibilità di confessarsi. Dentro di lei il buio, ma in Lei il desiderio di uscire dal buio, il desiderio di guarire, di trovare e sperimentare la luce!
Rimanere o desiderare una nuova via: il Risorto ancora una volta ci provoca!
In questa III domenica di Pasqua, nel solco della festa, siamo chiamati ad ad uscire dal nostro buio per accogliere la luce di Gesù. Gesù che nella festa delle capanne si proclama come l’acqua che disseta la ricerca dell’uomo, quel Gesù che nei capitoli precedenti e successivo al nostro darà una nuova vita all’adultera e al cieco nato con la sua luce. Io sono: così Gesù afferma la sua autorità, io sono la luce! Una autorità scomoda per i sapienti del tempo, coloro che dovevano rileggere e attualizzare la Parola, incancreniti dal loro prestigio, ma incapaci di cogliere il senso del tempo. Eppure Gesù non si ferma, perché la forza dell’amore, la forza del sognare e desiderare solamente la vita, non si può fermare!
La forza ostinata di Gesù, forza che genera e dona vita, forza che stabilisce una nuova creazione, è la forza dell’amore che deve animare ogni discepolo. Se dobbiamo uscire da qui come siamo entrati, forse c’è qualcosa che non funziona nel nostro modo di celebrare e di vivere la fede. Se invece da questa assemblea usciamo con un frutto nuovo, raccogliendo i frutti che lo Spirito buono mi ha donato, allora questa celebrazione porterà frutti. Il discepolo è un uomo o una donna carico di obbedienza, desideroso cioè di mettersi in ascolto del proprio vissuto per capire quale direzione e senso il Signore chiede di vivere la propria vita. Ce lo ha ricordato Paolo, il quale da una fede rigida nella norma, incapace di cogliere il volto di Dio, si è lasciato plasmare dalla sua storia, riletta poi nella prigionia come terreno dove il Padre nel Figlio ha manifestato pienamente la sua gloria passando dalla debolezza, invitando il cuore di Paolo ha deporre ogni resistenza e a stare nel legame incarnato nella storia tra Padre e Figlio. E’ in questo legame che sta la nostra salvezza, che sgorgano quei doni sacri che segnano il nostro corpo e la nostra vita nel cammino verso il Regno. Qui sta la forza dell’annuncio del Cristiano contro le tenebre che ci invitano a diffidare gli uni gli altri, a rispondere al male con il male, ad essere emotivi a tal punto dal diventare arroganti e violenti. E ancora è nella forza della luce di Gesù che sta la risposta a saper avere fiducia gli uni degli altri, a costruire una vera fraternità autentica e universale, a saper sempre trovare in te il dono che ti distingue, lasciandolo fruttificare.
Lasciati guarire! Questo è l’invito decisivo che riconosciamo dalla Parola di questa domenica! Un invito da cogliere, perchè veramente in noi risplenda il senso pieno della Vita in Cristo Gesù, nella piena obbedienza a lui, nel lasciarci riplasmare da quella sua Presenza viva nello Spirito, capace sempre di aprire nuove strade e sentieri di misericordia. Qui è la nostra speranza: il Signore non farà mai mancare la strada per tornare a casa, per rileggersi e rilanciare il cammino, perchè sia un cammino di vita, un cammino nella sua Luce, nel senso pieno del nostro percorso che sta nella vittoria del risorto su ogni morte, spirituale e fisica! Ed in questa luce in cui noi siamo chiamati a diventare pellegrini di speranza e a lasciarci orientare dal soffio di Vita dello Spirito, per sempre.